La fisicità dirompente di Rezza ancora una volta s’infrange su di noi come un’onda anomala, stavolta partendo da un’altalena, da quella che pare la struttura di un parco giochi per bambini a cui lui s’appende e ci mostra per cominciare l’evoluzione di un uomo attraverso la medicina. Per così dire. Descrivere uno spettacolo (mai scritto) da Rezza è al limite dell’impossibile. Questo lo potremmo dire surreale, ferocemente comico, irriverente e blasfemo e rosso.
Rosso è il colore dominante di “7-14-21-28” una combinazione che descrive diverse età di figli, di mogli, di amanti e di mariti, follia pura che tocca politica, religione, medicina, cultura, le fabbriche, gli uomini di tutti i giorni, il matrimonio, i topoi per così dire della vita quotidiana, quella follia efferata a cui siamo sottoposti tutti sempre, quell’essere “fuori” che lui interpreta alla perfezione, una smorfia dietro l’altra, un salto dietro l’altro, l’esasperazione uno dei suoi cavalli di battaglia, dentro a un ritmo impeccabile ed esilarante, sostenuto dall’impeto col corpo comico, impeccabile battagliero e sempre pronto di Ivan Bellavista.
Rosso il suo mezzo costume da supereroe, poi un velo da sposa per un matrimonio gay, come tutto l’erotismo che vediamo in atto, invenzioni fatte coi teli elastici e fantastici di Flavia Mastrella che diventano uniformi da brigadiere piuttosto che corsie d’ospedale dove prevale il buon senso per così dire, della massa o della massaia. Giochi di parole, versi, corse a non finire, il ministero della ricerca che crea danni irreparabili, Amleto che torna dalle crociate e Ofelia che non ne vuol sapere, il senso, il senso della vita che sfugge, i soldi per il teatro che non ci sono mai, il sollevatore di pesi che balla la samba, dare i numeri per tentare un significato. Andate e godetene tutti, questo è puro Rezza.
“7-14-21-28”, al Teatro Elfo Puccini, Milano, dal 17 al 22 maggio. E dal 24 al 29 maggio va in scena, sempre all’Elfo Puccini, “Anelante”, un altro cult imperdibile RezzaMastrella.
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