Il teatro sperimentale di Lenz Fondazione continua la sua discesa vorticosa e visionaria nei drammi morali della tragedia classica. Per LISCIO//STRIATO – la Ventiquattresima edizione della rassegna internazionale di Performing Arts, Natura Dèi Teatri, diretta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto – Lenz ha presentato i primi due paragrafi di un nuovo progetto triennale. Dedicate alle opere del tragediografo Eschilo, Orestea #1 Nidi e Orestea #2 Latte fanno capo all’Agamennone e a Le Coefore, vicende eroiche ed umane intrise di hubris (la famigerata tracotanza greca) e violenza. Dal 458 a.c., attraverso i secoli, il Coro dell’Agamennone ci richiama, con toni solenni, al senso di giustizia: “bene supremo è la misura”. Ma tutto, nella saga eschilea degli Atridi è fuori dalla misura, oltre, al di là della limitata comprensione umana. Basti pensare alle sue truci premesse: Atreo, re di Micene, in un banchetto, serve al fratello Tieste le carni dei figli. Anche nella prima parte della personale riscrittura dell’Orestea di Lenz, Nidi, la drammaturgia e le immagini di Pititto si innestano sull’idea di eccesso grondante di sangue. Clitennestra, interpretata dalla storica attrice di Lenz Sandra Soncini, e la profetessa di sciagure Cassandra, a cui dà voce – di stupefacente potenza e profondità – Carlotta Spaggiari (giovane attrice sensibile), ululano le proprie sventure e covano uova di nero odio. L’uovo trasfigurato simboleggia infatti la straziante vendetta, a cui fa seguito una sentenza di morte certa, secondo il pensiero eschileo: “la giustizia è sempre vigile. Chi commette una colpa, prima o poi paga” (Le Coefore).
Incorniciate da un nido/letto di rami, freddo e spoglio, – che si ispira agli Igloo di Mario Merz – i personaggi femminili della tragedia, che sono insieme vittime, straniere, amanti e assassine, strepitano e si disperano. Fino all’incredibile quadro scenico dell’uccisione del Cigno-Cassandra, “come un uccello che grida di paura tra gli alberi”, per mano di Clitennestra. “Il male chiama altro male. Chi vuole prendere è preso, chi ha ucciso è ucciso. Chi ha peccato paga”. E se il Coro di Nidi ci lascia con questo messaggio, in balia dei venti e senza via di scampo, Orestea #2 Latte, indubbiamente, contiene della immagini ancor più perturbanti. Elementi striati, spasmi e disturbi visivi, di un presente continuo senza speranza e destinato a non finire mai. Tra la scena in cui Oreste – incarnato dall’attrice sensibile con sindrome di Down Barbara Voghera – si aggrappa a Clitennestra per essere allattato (“bambino di questa tetta, qui hai succhiato il latte della vita”), e la danza forsennata di Clitennestra con un fallo di plastica, favolosa è l’immagine del tavolo. Prima luogo di nutrimento, da cui sgorga candido latte che i figli di Agamennone bevono con avidità, ma, all’improvviso e sinistramente, territorio di violenti scontri e cattive passioni.
Un liquido nero – ispirato alla poesia Fuga di morte di Paul Celan e ai vortici di Vantablack (il supernero) di Anish Kapoor – tinge di rabbia scura gli animi dei personaggi. Anche la musica, a tratti intima e struggente, poi attraversata da “ruvide” venature, del video-artista tedesco Lillevan accompagna questi profondi sconvolgimenti. Così sguazziamo, in attesa di essere ridestati dal fondo di questo sogno, con l’atto finale Orestea #3 Pupilla (previsto per Parma Capitale della Cultura 2020) in cui le Erinni – i demoni vendicatori dei delitti di sangue – perseguitano senza sosta il matricida prima della sua definitiva assoluzione e della loro trasformazione in “Eumenidi”, le benevole. Anche se dal teatro di Lenz c’è sempre da aspettarsi qualcosa di più insolito e straordinario.
Prometeo Gallery Ida Pisani accoglie, a Milano, "La Bellézza non esiste", la mostra che rappresenta la seconda fase della collaborazione…
A Roma, il Campus RUFA ospita un talk sul problema delle relazioni tossiche: in programma la presentazione dell’opera vincitrice di…
Al MUSMA di Matera, la nuova installazione permanente dello street artist Crisa dialoga con le opere della grande Maria Lai:…
Giunta alla quinta edizione, con una sede rinnovata, la fiera di fotografia si conferma per la sua identità accurata e…
Masterpiece, la docuserie che ci porta sulle tracce delle meraviglie dell’arte contemporanea, torna con Mona Hatoum e Alberto Di Fabio:…
Andrea Gambetta, Antonio Addamiano, Uros Gorgone, Cesare Biasini Selvaggi, Manuela Porcu, Fabio Mongelli, Simone Manuel Sacchi, Edson Luli, Federico Pazzagli,…