Vecchi sceneggiati, fumetti, fotografie, locandine, ricostruzioni d’ambiente e le tavole originali del disegnatore Carlo Jacono tracciano la storia del giallo nella letteratura, nel fumetto, nel cinema, alla televisione e alla radio, a partire dal 1849, anno della morte di Edgar Allan Poe fino ai giorni nostri.
Edgar Allan Poe è l’inventore del genere: Auguste Dupin, protagonista del romanzo “I delitti della via Morgue” (1841), è il padre di tutti gli investigatori. Con questo romanzo Poe gettò le basi di un filone letterario, ma non solo, di grandissimo successo.
Sotto l’etichetta generica di “giallo” si celano distinzioni significative; la mostra individua cinque categorie principali: il giallo deduttivo alla Sherlock Holmes, il poliziesco di Dupin e di Maigret, il giallo al femminile di Miss Marple, il noir alla Sam Spade e, più recenti, il medical thriller, il legal thriller e l’omicidio da serial killer.
Nella prima sala ci accoglie una tavola imbandita, una specie di invito a cena con delitto, sulla quale sono disseminati numerosi indizi che ci mettono sulla strada per capire chi sono i commensali attesi: sono alcuni dei più famosi investigatori nati dalla fantasia di scrittori italiani e stranieri o protagonisti di film straordinari. Alle pareti vi sono approfondimenti biografici sugli autori: R. Stout, che creò Nero Wolfe, investigatore sedentario, amante delle orchidee e della buona cucina; E. Queen, pseudonimo sotto al quale si celano due cugini di origine polacca, autori a quattro mani di gialli di grande successo che hanno per protagonista l’investigatore dilettante Ellery Queen; A. Christie, che fa risolvere gli enigmi più intricati all’investigatore belga Poirot o a Miss Marple; A. C. Doyle, padre del detective privato Sherlock Holmes; G. Simenon, che scrisse una serie dedicata alle indagini del commissario Maigret; e tanti altri ancora.
Cinema, radio, televisione e fumetti attingono personaggi e storie dalla letteratura, contribuendo al successo dei suoi protagonisti, ma creano a loro volta personaggi e storie originali.
Il fumetto giallo nasce nel 1931 con il personaggio di Dick Tracy. Da allora è un’invasione di investigatori “di carta”: Topolino, Alan Ford e il gruppo TNT, Diabolik, Jonathan Steele, Ken Parker, Julia, Dilan Dog… Persino Jacovitti si cimenta nel genere creando Cip L’Arcipoliziotto, un po’ goffo ma molto fortunato.
Il capitolo sul cinema si apre con Alfred Hitchcock, che ha inventato le regole del giallo cinematografico: chiaramente influenzato dall’esperienza del cinema espressionista tedesco, dà il suo fondamentale contributo con intuizioni straordinarie sui meccanismi della paura, della suspance e del mistero, firmando capolavori quali “La finestra sul cortile”, “Psyco”, “Intrigo internazionale”. Seguono una serie di locandine, foto di scena e ricostruzioni d’ambiente che ricordano i film più significativi e gli indimenticabili protagonisti (H.. Bogart, A. Hopkins, Clint Eastwood). Parallelamente anche la radio e la televisione si fanno tentare dal genere: la radio con la lettura dei classici e con i radiodrammi a puntate; la televisione con gli innumerevoli telefilm e sceneggiati: “Derrick”, “Colombo”, “Attenti a quei due”, per ricordarne alcuni.
Visto il tema, è quasi d’obbligo la sezione-omaggio alla collana dei Gialli Mondadori, che dal 1929 pubblica romanzi gialli selezionando gli scrittori migliori e che ha contribuito all’allestimento della mostra con il prestito di edizioni rare e preziose di libri e riviste.
La mostra si chiude con una scelta di disegni originali che Carlo Jacono ha creato per la collana dei Gialli Mondadori dal 1950 fino al 1986.
Lucia Panozzo
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Mi sembra poco incisiva la parte sul cinema - anche se ancora non sono andata a vedere la mostra - peccato, avrebbero potuto collaborare con il Museo del Cinema. E poi non si parla di Agata Christie...
sei un personaggio televisivo odioso dai lo sanno tutti !!!
avete scordato anche me!
Non sono d'accordo circa il commento negativo sull' efficiente e misurato Ispettore Derrick.Pur essendo una fan di Jessica Fletcher, non ho gradito il repentino cambiamento di programmi su RaiUno. Ridatemi l'ispettore di Monaco di Baviera, Basta con le repliche della Signora di Cabot Cove, Maine.
Io ricordo con piacere i telefilm di Ellery Queen, che non ho mai più rivisto. E che dire della sigla di "Attenti a quei due"? Semplicemente commovente! La ricordate?
Ellery Quenn andava in onda sulla Rai, poi, dopo anni di assenza dai teleschermi si è visto su qualche rete locale. Un vero peccato che non si rispolverino telefilm di questa fattura. Mi ricordo che gli attori erano molto bravi, le storie coinvolgenti e ricche di suspense miste ad ironia. Se non mi sbaglio in parecchie puntate c'era pure l'attore che impersonò Higgins in Magnum P.I. e che anche in questa occasione sfoderava un fascino anglosassone....che bei ricordi....