Categorie: torino

fino al 19.IV.2009 | Cunéaz | Leonardi | Neira | Torino, Pav

di - 11 Marzo 2009
All’interno di una serra si ricerca l’ordine naturale, il miracolo della crescita, l’incrocio delle infinite possibilità delle specie. Con GreenWinter, il Pav presenta tre artisti che, con le loro opere, non offrono la pace che ci si aspetterebbe in un luogo simile, ma riflessioni che spaziano dai delicati equilibri ambientali a sconcertanti interrogativi di natura bioetica.
Ma quali sono le sovrastrutture che c’impediscono di dichiarare il limite alla ricerca artistica? È legittimo definire “arte” l’utilizzo di conoscenze acquisite in settori altamente specializzati e poi riproposte alla luce di interpretazioni che coinvolgono i nostri sensi e il nostro comune sentire? Questa riflessione introduce temi storicamente difficili da argomentare; ma una cosa è bene dirla subito, con estrema sincerità intellettuale: la scienza si basa su sperimentazioni continue, che implicano ragionamenti che non dovrebbero essere estrapolati e distorti con eccessive semplificazioni per creare stupore o interesse in altri ambiti. Sempre che alla base della ricerca non ci sia un onesto e costante impegno di un professionista che decida di divulgare un determinato sapere con lo stessa cura e devozione che richiede la disciplina originaria.
Insomma, l’arte non deve divenire veicolo di facili strumentalizzazioni, ma fornire la chiave d’accesso a una conoscenza superiore, molto più ricca grazie all’utilizzo dei filtri di una mente allenata alla complessità e capace di interpretarne i misteri e le suggestioni. In quest’ottica si pone il lavoro di Dario Neira, che coniuga la serietà dello studioso di medicina alla sensibilità di chi non accetta un solo ordine ai livelli della realtà.

Memori di un suo lavoro, Disease, di grande potenza e coinvolgimento sensoriale, in cui si entrava all’interno dei meccanismi tecnologici e psicologici indotti da una risonanza magnetica, s’incontra ora al Pav un altro contesto supportato dai suoi interessi per la biotecnologia. John 1,14 Project è una fredda installazione che ripercorre le tappe della ricostruzione in vitro della pelle, la pratica utilizzata in genere per la cura dei grandi ustionati, e qui riproposta al fine di ottenerne dei lembi, in questo caso dell’artista, da ritagliare con fustelle sterilizzate per comporre delle parole. Suggestivo il richiamo alle Sacre scritture nella citazione “il verbo si fece carne”; il riferimento, visto al contrario e interpretato in modo letterale, semanticamente scisso dal suo valore contestuale, rivela un progetto eticamente discutibile ma di forte impatto emotivo.
La grande scritta Mancozeb nel cortile interno del Pav, ottenuta con 1600 sigilli di farmaci antitumorali e chemioterapici, richiama invece l’attenzione sugli effetti di questa pericolosa molecola pesticida usata per le coltivazioni.

Delicati equilibri che si spezzano e che lanciano allarmanti segnali di catastrofi ambientali sono il tema dell’installazione di Filippo Leopardi, che occupa l’ingresso del Pav con nove, antiche arnie sormontate da altrettante accattivanti piante carnivore, le audaci nepenthes alate. Se tanto fascino naturale può essere un simbolo nefasto è da discutere, ma il fatto che le api ultimamente non godano di ottima salute e siano effettivamente disorientate da onde magnetiche e nocivi prodotti chimici è stato motivo di forte preoccupazione a ogni livello gerarchico del nostro sistema politico e scientifico.
Infine, il lavoro di Giuliana Cunéaz su grandi video al plasma. Si assiste al movimento di surreali forme in paesaggi rubati allo studio al microscopio di determinati ambienti biologici, in un alternarsi voluttuoso di dissonanze e colori che poco spazio lasciano ai dettagli dipinti sullo schermo. Potrebbero non esserci, e la sostanza del lavoro non cambierebbe.

articoli correlati
Neira al Crac di Cremona
Leonardi in provincia di Catania
Cunéaz da Gas a Torino

barbara reale
mostra visitata il 5 febbraio 2009


dal 5 febbraio al 19 aprile 2009
Giuliana Cunéaz | Filippo Leonardi | Dario Neira – Greenhouse (Winter)
a cura di Claudio Cravero
PAV – Parco d’Arte Vivente
Via Giordano Bruno, 31 (zona Filadelfia) – 10134 Torino
Orario: da mercoledì a venerdì ore 15-18; sabato e domenica ore 10-13 e 15-18
Ingresso: intero € 3; ridotto € 2
Info: tel. +39 01119505210; info@parcoartevivente.it; www.parcoartevivente.it

[exibart]

Articoli recenti

  • Attualità

La Braidense diventa set per la festa dell’Estetista Cinica: scoppia la polemica

L'Estetista Cinica organizza un party con sfilata e cena alla Biblioteca Nazionale Braidense e sui Social scoppia la polemica per…

16 Giugno 2024 11:55
  • Teatro

Il Panico di Rafael Spegelburd: la chiave dell’assurdo al Teatro Stabile di Torino

Riflessioni precarie e tutt’altro che educate su vita e morte, prendendo spunto da Hieronymus Bosch: Jurij Ferrini porta in scena…

16 Giugno 2024 8:10
  • Mostre

Francesco Balsamo, a Catania tra poesia e disegno

La Fondazione Brodbeck ospita, fino al 7 Luglio 2024, la personale dell’artista siciliano Francesco Balsamo dal titolo “L’Oro della Lontananza”…

16 Giugno 2024 0:02
  • Progetti e iniziative

Città Foresta, a Roma il festival di arte e ambiente ispirato a Italo Calvino

Si svolgerà in diverse fasi e in cinque quartieri di Roma la terza edizione del Festival Città Foresta, promosso da…

15 Giugno 2024 16:07
  • Mostre

La storia visiva del Ventennio fascista in mostra al Mart di Rovereto

Fino a domenica 1 settembre è visitabile, presso il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, la…

15 Giugno 2024 16:04
  • Arte contemporanea

Electric Supermoon: tre installazioni di Hyun Cho in mostra a Venezia

Sino al 7 luglio 2024 sarà visitabile la personale dell’artista coreana Hyun Cho, presso la Blue Gallery di Venezia

15 Giugno 2024 14:00