Categorie: torino

fino al 24.IV.2010 | Emily Jacir | Torino, Alberto Peola

di - 31 Marzo 2010

Diciamolo pure, se
il biglietto da visita di Venezia fossero le stazioni del vaporetto, la città
lagunare non sarebbe invasa dai turisti. Per fare una prova empirica
dell’impatto paesaggistico che hanno queste chiatte galleggianti dallo
squallido design anni ‘70, pitturate di un osceno grigio tortora, costellate
qua e là da ruggini salmastre, basta immaginare un’opera del Canaletto storpiata da una di questa
stazioni.
Ma un giorno, quasi
come in una fiaba, arrivò un’artista palestinese, Emily Jacir (Ramallah, 1970; vive a Ramallah
e New York), che alla 53. Biennale di Venezia propose un progetto, Palestine
c/o Venice
, che,
se non voleva abbellire queste oscenità galleggianti, per lo meno si proponeva
di dar loro un significato altro rispetto alla mera utilità di sbarco-imbarco.
Nel progetto, la
“esse” disegnata dal Canal Grande attraverso Venezia sarebbe diventata una via
di trasporto bilingue. I nomi delle 21 fermate avrebbero, infatti, dovuto esser
tradotti in arabo in uno scambio culturale e linguistico simile a quello su cui
la Serenissima costruì il suo impero del passato. Una sinergia con l’Oriente
che è visibile in architetture come la Torre dell’orologio e la Ca’ d’Oro, e in
tecniche artigianali usate ancora oggi, come la soffiatura del vetro a tubo,
che tutti pensano inventata a Murano ma che, in realtà, fu importata dalla
Palestina.

Come in tutte le
fiabe che si rispettino arriva, però, il momento del “cattivone”. Ma se nei
libri l’antagonista ha sempre un volto, solitamente dalle caratteristiche
lombrosiane, ossia brutto come la morte, in questa storia invece rimane
nascosto, la sua identità celata. Certo, la decisione di bloccare il progetto
di Jacir, che proprio alla Biennale del 2007 era stata premiata come miglior
artista under 40, dopo che il Comune e la Vela SpA (la ditta che gestisce il
trasporto passeggeri tra i canali) avevano dato tutte la autorizzazioni, puzza
molto di decisione politica. E chissà se dopo la prescrizione dei reati e
l’immunità parlamentare è arrivato il momento della “legittima innominabilità”
fatta ad hoc
per quelli che gettano il sasso, nascondono la mano e rimangono ignoti e
impuniti.
Ma esiste un modo
di aggirare la censura e vedere quello che a Venezia non è stato. Basta recarsi
a Torino, alla Galleria Alberto Peola, dove la personale Stazione mette in mostra proprio il
progetto cancellato.

Oltre alle fotografie del “come sarebbe stato” l’evento veneziano, in
mostra c’è Embrace, una scultura che è un nastro trasportatore, vuoto e circolare.
Metafora di un eterno ritorno e allusione alla situazione del popolo
palestinese, ghettizzato dentro mura che impediscono quasi totalmente la
libertà di movimento dei cittadini.
Ultimo giorno utile per visitare la seconda personale italiana di
Emily Jacir è il 24 aprile, il giorno prima della Festa della Liberazione.
Compito del giorno sarà pensare al concetto di libertà, a partire da quella di
espressione.


articoli correlati

Artissima 16, la CRT compra anche un lavoro della
Jacir

Emily Jacir alla 53. Biennale di Venezia

Emily Jacir nominata all’Hugo Boss Prize (che poi
vincerà)

video correlati

La videorecensione della personale torinese del
2007

stefano
riba
mostra visitata il
19 marzo 2010


dal 17 marzo al 24
aprile 2010

Emily
Jacir – Stazione

Alberto Peola Arte
Contemporanea

Via della Rocca, 29 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30; mattino su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118124460; fax +39 01119791942; info@albertopeola.com; www.albertopeola.com

[exibart]

Visualizza commenti

  • Avrei trovaato strano il contrario, data la crescente ottusità xenofoba, cui non si sottrae neppure la Serenissima. Penso che bisogni far qualcosa.

Articoli recenti

  • Libri ed editoria

BOOKS: al via la seconda edizione di Bologna art books festival

BOOKS, il festival dedicato ai libri d’arte e d’artista, torna dal 24 al 26 maggio, nella Sala delle Ciminiere del…

20 Maggio 2024 0:02
  • Arte contemporanea

Trovarsi tra le stelle. La poetica installazione di Antonello Ghezzi a Carrara

L'installazione relazionale al MudaC di Carrara permette di osservare il mondo da lontano grazie alla presenza di due periscopi, riflettendo…

19 Maggio 2024 17:39
  • Mercato

Aste, i top price di Lucy Bull

Questa settimana, a New York, il suo "16:10" ha fissato il record di $ 1,8 milioni. Ecco i traguardi d'asta…

19 Maggio 2024 14:13
  • Progetti e iniziative

MUDI: il Cocoricò di Riccione diventa il primo museo in una discoteca

Le iconiche sale del Cocoricò di Riccione, tempio della dance e della techno dagli anni ’90, ospiteranno le opere di…

19 Maggio 2024 8:28
  • Mostre

Pensare come una montagna: il progetto biennale, diffuso e partecipato di GAMeC

La performance di Mercedes Azpilicueta a Brembate, i lavori di Chiara Gambirasio a Castione della Presolana, l'installazione di Sonia Boyce…

19 Maggio 2024 0:02
  • Mercato

Last chance to bid: tornano le aste di Sotheby’s e Christie’s Italia

Dopo le grandi vendite newyorkesi, le majors si sfidano a colpi di arte moderna e contemporanea sul territorio italiano. Lucio…

18 Maggio 2024 16:38