Categorie: torino

fino al 25.I.2005 | Maschera e Volto | Torino, Allegretti Arte Contemporanea

di - 13 Gennaio 2005

Nuovo spazio espositivo nel centro di Torino, la galleria inaugura con un’indagine su una delle principali dicotomie dell’arte contemporanea (nonché del periodo che va dal sorgere della modernità ai giorni nostri): la maschera – come superficie del reale – e il volto, espressione della sua verità più profonda.
Alberto Castelli presenta attraverso una pittura raffinata le figure femminili perfette e “senza anima” che da diversi anni costituiscono il tema fondamentale dei suoi lavori. Gli accesi monocromi dello sfondo e la luce abbacinante che riverbera da queste maschere di ideale bellezza sembrano introdurci in un set fotografico, ed è infatti al mondo della moda che appartengono queste donne, riconducibili a quella visione postindustriale del corpo che Baudrillard fece corrispondere al concetto di “mannequin”.
Alexander Guy presenta volti femminili più umani, i cui segni rivelano la presenza di una vita interiore. Un confronto tra questi sguardi e quelli delle modelle di Castelli sembra manifestare polarità opposte: questi ultimi sembrano porsi come negazione di ogni alterità; mentre nei volti ritratti da Guy si può percepire un senso di accoglienza e di ospitalità, che è tipico delle genti mediterranee alle quali l’artista si è ispirato.
Le foto scattate da Claudio Gobbi in diverse capitali europee vanno alla ricerca dell’identità del Vecchio Continente e la trovano nell’estetica austera di case del popolo e dopolavori ferroviari così come nei sontuosi interni di teatri e sale da biliardo. Sono luoghi pervasi da un’ atmosfera malinconica, perché ultimo baluardo e memoria di un identità che ha saputo conservare forza nonostante sia minacciata da un’estinzione che sembra ormai inevitabile. La tendenza analitica di questi lavori, l’attenzione lucida per le strutture e le relazioni cromatiche mette al riparo dal ripiegamento intimistico e da intenti narrativi. Come una sorta di effetto collaterale permane, nonostante la fredda oggettività dello sguardo, un senso di inquietudine, dovuto soprattutto alla totale assenza – da questi spazi deputati alla socializzazione – della figura umana, che sembra tuttavia impregnare di sé l’ambiente, come se dovesse materializzarsi da un momento all’altro, magari sottoforma di ectoplasma.

Se le immagini di Gobbi cercano di restituirci il volto autentico di un continente, Alessandro Grisoni invece presenta un esempio di maschera pura: Las Vegas. Cortocircuito architettonico delle estetiche più disparate. Il medium della fotografia in bianco e nero da una lato sembra proteggerci dal frastuono acustico e visivo di questo vero e proprio paese dei balocchi, d’altra parte insieme all’uso del grandangolo enfatizza ironicamente il linguaggio di queste strutture monumentali che ricerca il sublime ma scade nel pacchiano. Eppure la convivenza di elementi palesemente discordanti in una sorta di labirintico iperspazio che porta tutto dappertutto conferisce a questo non-luogo un fascinoso carattere neomanierista, estremamente moderno, estremamente vero.
Una suggestiva immagine del deserto californiano rivela il vuoto angosciante dal quale si genera quella “volontà di mascherà” ben delineata da Nietzsche, che è bisogno di coprire la nudità propria e del mondo. Denominatore comune tanto delle fashion victims ritratte da Castelli, quanto del caos rutilante di Las Vegas.

luca vona


Maschera e Volto
Allegretti Arte Contemporanea
Via San Francesco D’Assisi 14, 10122 Torino
+393383777938
www.allegretticontemporanea.it
info@allegretticontemporanea.it
LUN. VEN. 15,30 – 19,30
SAB. 10,30 – 19,30


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