L’incontro con l’arte rinascimentale e barocca dei Paesi
Bassi costituisce, nella mostra in corso nel rinnovato Palazzo Samone,
un’occasione speciale anche per la prevalenza di opere provenienti da
collezioni private, normalmente inaccessibili al pubblico.
Si parte con alcune significative espressioni della
pittura a cavallo tra Quattro e Cinquecento, tra cui spiccano una
Crocifissione
vicina
all’olandese
Maestro della Virgo inter Virginis e i
Monaci in preghiera dell’ambito di
Quentin Metsys, caratteristici per la ricerca
fisionomica caricaturale. La tavola sagomata col
Giudizio Universale di
Crispin van den Broeck, dalla composizione simmetrica e
prospettica, introduce invece al proficuo filone degli artisti fiamminghi
venuti a contatto con la cultura italiana.
Nella sala successiva, i soggetti legati alla Passione di
Cristo, allestiti attorno a una tela di
Rubens (di recente resa nota da uno dei
curatori, Didier Bodart), pongono a confronto l’enfasi barocca di una piccola
Deposizione
di
Antoon van
Dyck, risalente
forse al suo soggiorno siciliano (1624-25), con le minuziositĂ e le preziositĂ
materiche delle opere tardo-manieriste, come il magnifico
Trasporto di
Cristo al sepolcro di
Otto van Veen,
ispirato ai modelli di
Federico Barocci.
Gli effetti smaltati dei colori a olio su rame brillano
anche nell’ampia sala dedicata – complice la prossimitĂ con le festivitĂ
natalizie – agli episodi dell’infanzia di Gesù. Da ricordare, in particolare,
le opere di
François Stella il Vecchio, di
Pietro de Lignis e di
Frans Francken II. Fra i soggetti religiosi è
impossibile dimenticare, infine, il
San Giorgio di van Dyck (che meritatamente
campeggia sulla copertina del catalogo), artista del quale si possono osservare
anche due saggi di eccelsa produzione ritrattistica, in gara con quella del suo
maestro Rubens.
Altrettanto raffinata è la saletta riservata ai temi
mitologici, dove all’opulenza sensuosa delle tele di Rubens e di
Jacob
Jordaens (la cui
Allegoria
della FertilitĂ rappresenta forse il capolavoro della mostra) risponde la sofisticata
sensibilitĂ degli estremi sussulti della Maniera, fra cui la
Venere e Adone di
Bartholomeus Dircksz, ancora fedele alla estenuate
eleganze rudolfine di
Bartholomeus Spranger.
Non mancano inoltre validi esempi della pittura di genere,
con le icastiche scene di vita popolare di
Jan Steen e di
Frans Snyders, le nature morte, i paesaggi, che
spaziano dalle fantasie manieriste di
Sebastian Vrancx alle piĂą realistiche vedute
campestri o invernali, alle marine, fino alle composizioni italianizzanti di
Jan
Both o, piĂą
tardi, di
Hendrik Frans van Lint e di
Gaspar van Wittel, giĂ interprete di un piĂą
oggettivo spirito d’osservazione settecentesco.