Inaugurazione della stagione espositiva alla Galleria Peola con Overdrive, il nuovo video di Thorsten Kirchhoff (Copenhagen, 1960; vive a Roma), una storia tra noir e fantascienza, ambigua e volutamente cupa.
Il video è strutturato come un cortometraggio, con un precisissimo montaggio di impostazione classica e una perfetta sincronizzazione di scene, immagini e sonoro. È proprio questa precisione formale ad amplificare l’effetto di straniamento, provocato da una trama intrigante quanto inquietante, da una sceneggiatura intenzionalmente oscura e da atmosfere misteriose e indistinte. Il bianco e nero e l’attenzione formale -che coinvolge anche dettagli minimi- rendono il cortometraggio un concentrato di stampo kafkiano, in cui è forte l’immaginario tecnologico della filmografia di David Cronenberg, inserita, però, in una narrazione che ricorda anche certo cinema giapponese, come La Farfalla sul Mirino di Sejun Suzuki.
Protagonista del video è Chang, intepretato dal torinese Jacopo Chessa, che ha anche collaborato con Kirchhoff alla stesura della sceneggiatura. Chang, dopo diverse cure mediche, si mette in contatto con il dottor Hoffmann e con il Mst (Ministero della Sanità e dei Trasporti), un’oscura organizzazione che sta sperimentando proprio sul suo corpo l’unione dell’uomo con la macchina. Chang, una volta scoperte le intenzioni dell’organizzazione, cerca di difendersi insieme ad una bella ed enigmatica ragazza cinese. Come avviene anche in altri suoi lavori multimediali, anche in questo vengono convogliati citazioni e riferimenti a personaggi, situazioni e scene di video precedenti, come la cupa figura del dottor Hoffmann, presente già in Una Serata con il Dottor Hoffmann.
Ad accompagnare e introdurre il video, alcuni dipinti ad olio, creati attraverso l’elaborazione dei più significativi fotogrammi del video, riproducono in veste pittorica la stessa precisione formale e l’attenzione ai dettagli. Grazie ad un accorto allestimento -luci soffuse e sonoro proveniente dalla proiezione della stanza accanto- i dipinti riescono ad evocare un’atmosfera di sospensione ed enigma, in bilico tra mistero e inquietudine.
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