La mostra âYou certainly took your sweet timeâ segna il ritorno di Ettore Favini (Cremona, 1974) in uno spazio espositivo privato.  Il progetto è stato elaborato in due anni di pensiero e poco piĂš di un paio dâore di allestimento, ma nel frattempo la galleria CO2 si era spostata da Roma a Torino in un garage officina a Mirafiori Sud e il lavoro iniziale non era adatto al nuovo contesto.
Per lâoccasione lâartista affronta nuovamente uno dei temi che da sempre ossessionano la sua ricerca, il tempo, che, soprattutto nei suoi ultimi lavori, diventa parte integrante del processo di produzione dellâopera.
Unâunica installazione organica concepita specificatamente dallâartista per lo spazio architettonico della galleria CO2. Pochi, essenziali elementi: una fotografia in bianco e nero (Untitled(lee)) ritrae una donna di spalle sulla quale si proietta lâombra dellâuomo che la sta fotografando; un sipario blu fatto di campioni di tessuti sartoriali cuciti a mano (Rough end), al di lĂ del quale si entra in un luogo altro, lo spazio circostante perde importanza e, immersi nel buio della stanza, gli unici punti di riferimento sono tre orologi di cui vediamo il retro, tre dischi perfetti da cui sâirradia un fascio luminoso, una luce azzurra che ripercorre in un moto eterno, sempre uguale a se stesso e ogni volta differente, le ore del giorno. Il tempo raffredda, il tempo chiarifica; nessuno stato dâanimo si può mantenere del tutto inalterato nello scorrere delle ore. Il tempo svela, aggiungerei. Persa la loro destinazione dâuso gli orologi diventano testimoni del trascorrere del tempo e del passaggio delle persone, opere âaperteâ, non concluse, in grado di continuare ad agire sullo spettatore, ma anche fonte dâispirazione per lavori successivi.
Quella di Favini è una riflessione sul fluire del tempo e sullâimportanza che esso assume nelle vite umane, nella percezione del sĂŠ, dopo aver visto la galleria funzionare e mutare per circa un anno. Non si tratta di una nostalgica recherche proustiana nelle pieghe della memoria, piuttosto del tentativo di rendere visibile il tempo che le persone danno per scontato, di intuire di cosa esso sia composto al fine di fuggire il suo corso, della possibilitĂ di prendersi il tempo necessario. In questa chiave il percorso espositivo diventa un viaggio interiore che si compie nel momento in cui il visitatore oltrepassa la tenda che divide in due lâambiente e amplifica la preziositĂ di quello che cela al suo interno. La mostra mette in luce il dialogo tra Il tempo personale del narratore e il tempo esteriore del luogo e di chi entra in contatto con lâopera, osservando come il fluire continuo tra queste due realtĂ contraddistingua la poetica dellâartista e invitando lo spettatore a riflettere sulla centralitĂ del tempo e sul concetto di transitorietĂ degli eventi. Lo spazio architettonico diventa campo dâazione di infinite e impercettibili variazioni; lâoscuritĂ , alterando la percezione visiva e ambientale e, al contempo, suggerendo unâatmosfera nuova, rarefatta e sospesa crea un ambiente intimo e accogliente.
Il tempo è per lâartista uno strumento attraverso cui i suoi lavori si relazionano con lo spazio espositivo.
Marianna Orlotti
Dal 20 settembre al 30 ottobre 2014
Ettore Favini. You certainly took your sweet time
CO2
Via Arnaldo da Brescia 39, Torino
Orari: da giovedĂŹ a sabato 15-19