Categorie: torino

fino al 31.III.2012 | Perino e Vele | Torino, Alberto Peola

di - 16 Marzo 2012
Nell’epoca della barbara manipolazione dell’informazione e della verità violata, c’è ancora  chi riesce a non cascare nella trappola dello spot. E se ancora fosse possibile cadere, per una società ormai in ginocchio, Perino e Vele  (New York, 1973 –  Rotondi, Avellino, 1975) avvertono: pericolo d’inciampo. Se si volesse contribuire all’innesco di un circolo virtuoso del riciclaggio  culturale, così come si fa per plastica e alluminio, Emiliano Perino e Luca Vele ne possiedono la ricetta.
Otto re-portage di carta straccia che riempiono gli spazi raccolti della galleria torinese e propongono temi per una nuova tappezzeria mentale, portando il visitatore il più lontano possibile dal “luogo comune”. Ma è facendo propria la retorica incalzante dello slogan che, i due artisti, tentano una disarticolazione semantica della cultura mediatica e popolare: “I bambini cinesi sono tutti uguali”, “Tutti gli italiani sono mammoni”, “In America i bambini vanno a scuola con le pistole”…
Nella prima sala, un cactus s’impone indisturbato come plastico retaggio della nefasta cultura occidentale, decorato da rampanti “X” in neretto che ne segnalano il rischio imminente: “Business is business”. Sodalizio artistico presente in molte collezioni pubbliche e private, quello di Perino e Vele, da tempo s’interroga su temi di scottante attualità, allertando l’osservatore e rendendolo interprete critico della realtà che lo circonda. Realtà scomoda, che proprio là dov’è facilmente percorribile, nasconde le sue insidie. L’antidoto ad un’informazione invasiva e omologante passa attraverso un processo di purificazione del mezzo stesso. Sculture e installazioni nascono dai fogli di riviste e quotidiani suddivisi per cromia di carta e inchiostro,  distrutti, macerati per poi essere raffinati e divenire materia plastica per una nuova forma. Del resto, nell’ottica di un mondo sostenibile, anche la cultura può diventarlo. L’idea che si possa riciclare anche la parola scritta, tras-formandola e ri-formandola, fa credere nelle nuove possibilità dell’in-formazione. Sostituendo l’ironia alla risata plateale, la complessità all’immediatezza, la gravità alla leggerezza, la realtà si fa scomoda, ma autentica.
“Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?” ci interroga Primo Levi in ultima sala. L’eccezione che conferma la regola è la riflessione intima  e personale che ognuno di noi è invitato a fare, per interrompere, seppur momentaneamente, il circolo vizioso dello stereotipo.

sara panetti
mostra visitata il 9 marzo 2012

dal 24 febbraio al  31 marzo 2012
Perino e Vele
L’eccezione che conferma la regola
Galleria Alberto Peola
Via Della Rocca 29 (10123) Torino
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 – 19.30 (mattino su appuntamento)
Info: +39 0118124460 (tel) –
info@albertopeola.com– www.albertopeola.com

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