L’atmosfera palpabile ed intensa è il frutto percepibile del naturale dialogare delle opere tra loro. I film presentati nell’ampio spazio della galleria creano un piccolo mondo compatto dai confini nitidi in cui lo spettatore si lascia trasportare come in una bolla di sapone.
Il primo cortometraggio è quello realizzato dai gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio (Torino, 1978, vivono a Torino), già vincitori del Kodak Short Film Award per l’Italia e selezionati per gli Oscar dei corti 2005 a L.A. Il giorno del santo conferma l’attenzione dei due fratelli alle piccole storie di persone in viaggio verso un’esistenza più accettabile, come quella della ragazza curda che lavora in una fabbrica torinese. Ne emerge una visione della città tra finestrini gocciolanti e specchi appannati che riflette il grigiore di certe giornate in cui la routine prende il posto della vita vera. Il lavoro restituisce, però, anche la fierezza dei gesti e il coraggio di compiere una scelta che lascia nell’incertezza l’oggi e il domani.
Addentrandosi nello scuro spazio espositivo, le immagini sentimentali di Vicino al cuore di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972, vive a Ravenna): un viaggio al crepuscolo, in barca, vissuto tra i capanni e le luci colorate delle raffinerie nel ravvenate, in un paesaggio da luna park. Tra bagliori di fuoco e fumi chimici un ragazzo e una ragazza si sfiorano sull’acqua in un notturno nocivo e pittoresco.
In una nicchia sono proiettate immagini ricavate da un vecchio film in 8 millimetri datato 1942-1962, trovato in un mercatino delle pulci e firmato Maxime Soufflet. Da questo materiale visivo orfano, Nicolas Devos (Dunkerque, 1975, vive a Dunkerque) ha tratto Di marmo siete voi ispirato all’omonimo madrigale del compositore seicentesco Heinrich Schütz. L’intento è di vivificare questi volti strappati alla vita dello sconosciuto autore. Il risultato è così riuscito da dare i brividi. Immagini di vacanze, di cerimonie e di riunioni familiari incalzano lo spettatore con ritmo serrato: la sensazione è quella di spiare le vicende altrui, fatti, incontri, amicizie emblematiche della storia di ognuno di noi. Un certo voyeurismo unito ad una naturale, spontanea empatia.
Infine il lavoro di Carolina Gonçalves (San Paolo, 1977, vive a Parigi) proietta in una vita senza sonoro, quella della piccola Claire. Con Clairelumière lo spettatore s’addentra nella vita quotidiana di una bambina, nata sorda come la madre dell’artista, che alle difficoltà reagisce con una sensibilità innocente e matura. Le immagini hanno la grazia e l’agilità dell’equilibrista che riesce a tenere il pubblico con il fiato sospeso. Oscillando sapientemente tra il certo e l’incerto.
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