I “Selvaggi” della Lucchesia: Mino Maccari a Barga, non è una esposizione dedicata ad un artista locale, ma una mostra dedicata ad uno dei più grandi esponenti dell’arte e della cultura italiana del ‘900. Il tutto, però, rimanendo nel contesto artistico di Barga e della Valle del Serchio. Di quella Barga con la quale Maccari, specialmente nel periodo della sua direzione della rivista «Il Selvaggio», ebbe contatti grazie all’amico Antonio Mordini, personaggio locale di spicco, valente etnografo e archeologo, appartenente ad una delle più illustri ed importanti famiglie barghigiane e nipote di Antonio Mordini che fu proconsole di Garibaldi.
L’esposizione, offrirà documenti e materiale inedito, che si preannuncia davvero interessante per gli studiosi di Maccari e della sua rivista: è il caso del carteggio esistente tra Maccari e Mordini, ritrovato recentemente, che consente di portare non pochi elementi di novità per quanto riguarda gli aspetti grafici del «Selvaggio».
Mordini, a partire dagli anni Venti, ebbe una certa fama come antropologo ed etnologo. Disponeva così di una notevolissima collezione di rare riviste illustrate del 1848 e di materiale grafico sulla letteratura e la musica popolare e, per i suoi interessi di ricerca, di eccezionali documenti sui costumi e le suppellettili delle società primitive.
La mostra intende mettere a confronto quel materiale con alcune tavole preparatorie del «Selvaggio», xilografie e acqueforti di Maccari per visualizzare in esse una delle possibili fonti della rivista sia per gli elementi grafici e tipografici della stessa, sia per l’iconografia «afroamericana» delle immagini di selvaggi, che a partire dal 1928 sostituisce quelle più «paesane» utilizzate negli anni precedenti.
Ma di Maccari sarà messo anche in evidenza il suo interesse per questo borgo montano, che all’artista apparve come luogo ideale di una vita concentrata ed austera, meno nervosa ed ossessionata di quelle proposte negli anni Trenta in ossequio a malintesi modelli di modernità, il vero cioè Strapaese.
L’immagine del «borgo» sarà ricostruita attraverso dipinti a olio, incisioni, disegni che ne illustrano la vita, i luoghi, i personaggi, sia di Maccari che di alcuni tra i maggiori artisti del Novecento come Soffici e Carrà; recuperando anche figure meno note del panorama artistico nazionale, come lo scultore di Barga Adolfo Balduini, che fu segnalato a Soffici proprio da Antonio Mordini. Ed anche con l’esposizione di alcune opere degli stessi Magri e Santini.
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