Categorie: toscana

fino al 15.VI.2004 | Miguel Rasero – Sin tìtulo | Firenze, BZF Vallecchi

di - 2 Giugno 2004

Fin dalla prima occhiata alle opere di Miguel Rasero (nato a Doña Mencía), si ha una chiara idea dei temi fondamentali nella sua produzione artistica.
Nella prima sala ecco un quadro di grandi dimensioni, senza titolo: che rappresenta un funambolo in equilibrio su una corda, con in testa delle assi di legno, realizzata con tecnica mista su legno.
Ci sono già tutti gli elementi necessari a comprendere la qualità di questo artista: l’uso del legno, (la “madera” in spagnolo) sia come base su cui dipingere, che come soggetto da rappresentare e come materiale per realizzare le sculture e i plastici, denota uno slancio fortemente materico ed è da sempre uno dei capisaldi di questa produzione artistica.
L’altro elemento costantemente presente è la figura del funambolo o del saltimbanco, che si trova, in altri due quadri e in un trittico, appeso a delle funi, nell’atto di spiccare il volo, o sospeso su di esse, quasi una proiezione dell’artista o un’identificazione dell’uomo contemporaneo in questo ruolo giocoso e periglioso: una sorta di ritratto dell’artista come saltimbanco sulla quale Jean Starobinski ha a lungo dissertato nel saggio omonimo e che si può ritrovare in tanti altri artisti del passato e contemporanei.
Su tutto svetta sovrana una continua ricerca di forme in equilibrio, benché estremamente precario, e sempre sul punto di franare clamorosamente; negli ultimi anni alle forme disegnate si affiancano quelle scolpite, che raffigurano sempre assi di legno in equilibrio, e i plastici realizzati con legno riciclato.
Secondo la biografia ufficiale l’artista (quasi quarantenne), trapiantatosi a Barcellona, avrebbe iniziato la sua produzione praticamente poco più che bambino, infatti la sua prima personale è datata 1975. Dopo la prima fase in cui il tema ricorrente era quello della natura morta, negli anni ottanta è stato fortemente influenzato dalla tendenza materica estremamente diffusa tra i grandi dell’epoca ed ha utilizzato molto la tecnica del collage fino ad arrivare poi negli anni novanta all’uso dei tondi, del colore rosso pompeiano, e all’eliminazione totale delle figure umane. Nell’ultimo periodo la sua ricerca è più spostata apparentemente verso l’elemento grafico, con la rappresentazione quasi ossessiva di reti che si snodano sulla base lignea e sembrano voler venire fuori dal quadro, si materializzano, a realizzare la quadratura del cerchio di un discorso artistico mai abbandonato.

ilaria oliva
mostra visitata il 13 maggio 2004


Miguel Rasero “Sin tìtulo”
Firenze, BZF Vallecchi, via Panicale 9r
dall’11 maggio al 15 giugno
orario 12.00 – 24.00
per informazioni: tel 055/2741009
www.bzf.it
catalogo edito dalla Vallecchi


[exibart]

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