Categorie: toscana

Fino al 15.VI.2014 | La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré | Museo del Tessuto, Prato

di - 8 Marzo 2014
Una mostra e due protagonisti: lui è lo stilista Gianfranco Ferré, uno degli iniziatori del sistema-moda italiano, lei “la camicia bianca” che, con il tempo, è diventata l’icona della produzione di Ferré nel mondo.
Al Museo del Tessuto di Prato, ospitato nei locali ottocenteschi dell’ex manifattura Campolmi – splendido reperto di archeologia industriale nel cuore della città – è stata realizzata questa mostra che è un vero e proprio progetto vòlto a valorizzare la cultura della moda nel mondo e a “raccontare” il made in Italy nel duplice aspetto della creazione e della tracciabilità dei capi.

Sono state prese in esame 27 camicie bianche di Gianfranco Ferré realizzate tra il 1982 e il 2006 attraverso le quali è possibile ripercorrere l’iter che sta dietro alla realizzazione di ognuna di esse: dal bozzetto alla scelta del tessuto, alla realizzazione; dal redazionale, alla sfilata, all’immagine pubblicitaria. Dunque viene svelata la progettazione di un capo dalla creatività, alla manifattura, alla commercializzazione.
Per Ferré e per il suo staff alla base di ogni creazione c’è un ferreo ragionamento che mette in evidenza il rapporto forma-materia, un lavoro di costruzione – dato forse anche dalla formazione primaria dello stilista che si era laureato in architettura – una logica rigorosa che permette a ogni capo di essere “un’opera d’arte” che va al di là del tempo e delle mode.
È molto difficile, se non impossibile, identificare una cronologia di queste camicie: gli oltre 25 anni che separano la prima dall’ultima “progettazione” di Ferré sono annullati dalla freschezza creativa che traspare da ognuna di esse e che le caratterizza.
I bozzetti, scarni ed essenziali, sono quasi da considerare come l’”impalcatura” sulla quale viene poi costruita la camicia, un disegno che con l’introduzione del tessuto – evanescente e leggero oppure rigido e consistente – prende forma, si arricchisce, si modifica: il capo diventa così una realizzazione molto complessa che ha una vita autonoma e individuale “vestendo” la donna ed esaltandone le caratteristiche di grazia e femminilità.
La camicia come indumento, nasce, infatti, come “capo da sotto” sul finire del Settecento e poi, pian piano, assume una sua autonomia e “affiora” in superficie evolvendosi e assumendo valenze diverse e differenziate. Con Ferré la camicia ricopre un ruolo principe; è lui, infatti che ne mette in evidenza l’immagine scultorea ma anche la costruzione architettonica e la sua struttura portante facendola diventare un’icona e uno dei simboli dell’eleganza nel mondo.
Enrica Ravenni
Mostra visitata il 31 gennaio 2014
Dal 1 febbraio al 15 giugno 2014
La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré
Museo del Tessuto, via Puccetti 3 Prato
Orari: martedì – giovedì: 10 – 15
venerdì e sabato: 10 – 19
domenica: 15 – 19

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