Lo studio di una collezione privata permette di conoscere i gusti del collezionista. Ma anche di studiare la cultura artistica in cui nasce la raccolta e in alcuni casi, come in questo, di comprendere meglio un capitolo poco conosciuto come l’arte toscana tra il Neoclassicismo e la Restaurazione.
Tutto parte da Ranieri Bartolini (1794-1856), scultore aretino che intraprese la carriera artistica grazie all’interessamento della locale Fraternità dei Laici che con un sussidio gli permise di proseguire lo studio del disegno. Da appassionato collezionista, durante la sua vita raccolse disegni, incisioni, libri, stampe, dipinti e reperti archeologici che, per volontà testamentaria, furono resi pubblici con una donazione alla Fraternità dei Laici. Oggi possiamo vedere parte di questa collezione.
La mostra, curata da Carlo Sisi, espone 140 disegni e incisioni accompagnati da 40 opere tra dipinti e sculture di vari artisti. Non mancano i disegni di Bartolini, i suoi studi, come i due fogli con altrettante immagini della Vergine addolorata, eseguita in legno policromo, esposta proprio vicino ai bozzetti dello scultore.
Interessante il panorama sugli artisti toscani del periodo. Tra questi spicca la figura di Pietro Benvenuti (1769-1844). La presenza di un cospicuo numero di fogli di Benvenuti permette di conoscere meglio questo pittore, anch’esso aretino, attivo a Firenze e a Roma dove entrò in contatto con Pompeo Batoni e con Canova, suo principale sostenitore. Poi fogli di Luigi Sabatelli, Francesco Nenci, Luigi Ademollo, Nicola Monti e non solo. La raccolta infatti documenta gli scambi artistico-culturali presenti ad Arezzo, città in cui si incontravano artisti romani e fiorentini. Nella collezione Bartolini non potevano poi mancare i disegni antichi. Ed ecco Stefano della Bella e Salvator Rosa.
Grande il valore didattico delle opere esposte. Il disegno era un mezzo per conoscere e studiare l’antico, e la cosa è ben evidente sia nei disegni eseguiti tra Neoclassicismo e Restaurazione sia in quelli eseguiti dagli studenti della Scuola Libera di Disegno, istituita ad Arezzo dalla Fraternità dei Laici, esposti nell’ultima sezione della mostra.
Un allestimento semplice e pulito facilita la visione dei disegni e delle opere; purtroppo non sono molti gli elementi didascalici che aiutano il visitatore a comprendere fino in fondo le relazioni tra gli artisti attivi ad Arezzo e gli scambi tra Roma e Firenze.
margherita melani
mostra visitata il 23 novembre 2003
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