In mostra cinquanta opere,
pressoché la metà della serie inaugurata nel 1963 e conclusa quindici anni
dopo, un corpus che l’artista ha sempre riconosciuto tra più rappresentativi
della sua produzione. Se nella prima metà degli anni ’50 le affiche lacéré – generati da Rotella
attraverso il décollage delle locandine cinematografiche – strappavano via la
superficie di un immaginario collettivo proiettato ritualmente sul grande schermo,
qui il codice visivo è quello strategico del primo consumismo individualistico,
di prodotti pronti a soddisfare/sollevare bisogni in consumatori ancora timidi
nella ricerca di status symbol e promettenti identità.
Testimonial, marchi, bodycopy
e slogan sottratti al loro intento programmatico e amputati della loro
finitezza diventano i derivati industriali con cui impressionare magicamente
altre lastre di visione. Il catalogo di figure si sovrappone e si capovolge, si
stratifica e si confonde. Opere realizzate nell’arco di quindici anni, finora
appese nella Villa il Rotellino del collezionista Sandro Petti, chiamate a
raccolta per l’esposizione testimoniano come molte delle immagini selezionate
da Rotella riaffiorino in più quadri come subliminale refrain.
Se la percezione del manifesto
pubblicitario è colpo d’occhio di un pubblico in movimento lungo percorrenze
urbane tappezzate da affissioni, l’artypo è sovrapposizione simultanea di più
fuochi di visione che si rivelano allo sguardo poco a poco. Fermo immagine di
sovrimpressioni catturate sulla retina del globo oculare della comunicazione di
massa. Texture di loghi velano scatti fotografici promozionali, facce e
prodotti sullo scaffale rovesciato della grande distribuzione anni ’60. E se in
molti casi il testo tipografico appare tagliato, sovrastampato e utilizzato
come pura silhouette di inchiostro, in altri diventa chiave di lettura.
Nei set di posa che si
stratificano in trasparenza, forme e colore calibrano nuovi equilibri di valore
che smentiscono la presunta univocità di messaggi annunciati e conclusi. Nessun
errore: qui la bellezza
dell’arte è realtà corretta.
articoli correlati
Mimmo
Rotella feat. Alda Merini
Mezzo
secolo rotelliano
Americano
d’Italia
maurizio rossi
mostra visitata il 9 febbraio
2011
dal 15 gennaio al 19 marzo 2011
Mimmo Rotella – Par erreur. Artypo
a cura di Federico Sardella
Frittelli Arte Contemporanea
Via Val di Marina, 15 (zona Mercato di Novoli) – 50127 Firenze
Orario: da martedì a sabato ore 10-13 e 15.30-19.30; lunedì e festivi su
appuntamento
Ingresso libero
Catalogo
Carlo Cambi Editore/Centro d’Arte Spaziotempo
Info: tel.
+39 055410153; fax +39 0554377359; info@frittelliarte.it;
www.frittelliarte.it
[exibart]
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…
La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…
Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…