Marotta & Russo (Stefano Marotta, La Chaux de Fonds, 1971 / Roberto Russo, Udine, 1969; vivono a Udine) presentano a Firenze la suggestiva serie di lavori Object Oriented. Una serie che coniuga opere recenti con una splendida installazione site specific, con il chiaro obiettivo di riflettere sulle molteplici implicazioni connesse alla diffusione sempre più invasiva dell’estetica digitale. Che poi le immagini sembrino paesaggi da megalopoli -con i caratteristici sviluppi verticali e dalle consuete formalità modulari- è quasi una conferma dell’assunto di partenza oltre che la risultanza della felice ambiguità propria d’ogni espressione artistica quando testimonia una visione problematica e attuale.
Ogni singolo lavoro è in realtà il frutto di una scelta precisa e di un mixaggio creativo che il duo ha compiuto a partire da una serie di home page di siti esistenti, appartenenti alla mutevole e complessa costellazione del Web. Un gioco dai contenuti seri e allusivi dunque, attraverso il quale gli artisti costruiscono, destrutturano e assemblano primary structures caratteristiche dello scenario digitale. Ne vengono fuori delle architetture rigorose e minimali che evocano –per analogia evidente- landscape urbani, restituendone anche certo clima, certo umore caleidoscopico e lussureggiante (che sempre è possibile scorgere al di sotto dell’apparente, superficiale freddezza delle contemporanee regolarità costruttive ed architettoniche). Le singole home page vengono denudate della propria identità -quindi dei propri specifici contenuti testuali e d’immagine- per poi essere liberamente riformulate con un criterio generativo e d’assemblaggio, attraverso un’operazione d’accumulo che si risolve in un esito sostanziale di razionalità e di sintetismo lirico.
Nella prima sala troviamo alcuni quadri recenti progettati con questo metodo; nel secondo ambiente invece è visibile un’installazione murale molto più complessa per dimensioni e per impatto emozionale, che amplia e sviluppa il discorso iniziato attraverso i supporti consueti.
Marotta & Russo indagano su quanto di enigmatico vi sia nell’estetica digitale. Un’estetica che in questi lavori viene citata a partire dalle suggestioni d’origine e che viene riletta sia nel suo aspetto funzionale –cioè nelle proprie possibilità comunicative e di utilizzo- sia in quello culturale (nel suo potenziale rivoluzionario, di trasformazione del reale). Per gli artisti questa sintesi culturale e linguistica in atto è ravvisabile –com’è naturale- in tutti gli elementi particolari che la compongono. Dalle interfacce grafiche dei software a tutti gli effetti conseguenti –sociali, psicologici, più genericamente culturali appunto- provocati dalla realtà quand’è progettata digitalmente. Un linguaggio che invita ad una seria riflessione. E il duo friulano mostra di saper accogliere e rideterminare con grande classe i contenuti della sfida.
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Redazione Exibart
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[exibart]
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