Guns è il titolo della mostra. E in galleria non troviamo che armi: bombe a mano, pistole, mitragliatori, asce, fucili. Ma è solo apparenza. Perché ciò che ci si apre di fronte non a nulla a che vedere con un’armeria. Le pistole sono scariche, non sparano. Anzi, non sono pistole. E quella grande bomba decorata d’azzurro e blu, adagiata con cautela in una cassa di legno che porta la scritta “fragile”, non esploderà mai. Così come le bombe a mano – più simili a boccette di profumo o a oggetti d’arredo per la sala buona – e i fucili appesi ai muri in teche di vetro, che dalla loro canna non faranno partire un colpo. Siamo infatti spettatori di ciò che non esiste. E così abituati a dare un senso concreto alle cose già conosciute che, alla fine, si corre il rischio di perderci.
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