Costruito, forse, su un progetto di Brunelleschi a metà del XV secolo per soddisfare l’ambizione di Luca Pitti, il Palazzo ha ospitato, dal 1550 fino alla definitiva Unità d’Italia, tre dinastie: i Medici, i Lorena e, nel breve intervallo di Firenze capitale, i Savoia. Dal mecenatismo e dalla passione di Cosimo I, che acquistò l’edificio per farne un principesco dono d’amore alla moglie, Eleonora di Toledo, inizia la storia dei fasti e delle collezioni di Palazzo Pitti.
Una grande mostra, scaturita da importanti restauri e da anni di studi e ricerche, celebra per la prima volta il valore del contenitore (il palazzo), vero e proprio scrigno architettonico di opere di inestimabile valore. Si tratta, in effetti, di un evento espositivo
La mostra si svolge lungo un percorso che va dal più bel cortile del Cinquecento, capolavoro di Bartolomeo Ammannati, alle sale degli Appartamenti Reali e della Galleria Palatina. Tutte le opere del circuito espositivo concorrono alla ricostruzione della magnificenza, granducale prima e regia poi, che gli ospiti di Palazzo Pitti vollero per la propria residenza. Nella Sala Bianca e negli ambienti annessi sono raccolte opere di statuaria che in origine decoravano il giardino o le altre sale, dai marmi di genere a esemplari di scultura classica, integrati tra XVI e XVII secolo. Negli ambienti che ospitano la Palatina ogni elemento di arredo e decorazione rientra nel catalogo della mostra (a eclusione, naturalmente, delle tele della collezione): i grandiosi affreschi di Pietro da Cortona, la celebre tazza in porfido, l’inimitabile Venere Italica di Canova.
Palazzo Pitti, inteso come reggia, è inscindibile dal Giardino di Boboli; qui il progetto espositivo celebra il lavoro di anni di restauri, condotti per lo più intorno alla statuaria, culminanti nella riapertura al pubblico dalla Grotta Grande, gioiello manierista di Bernardo Buontalenti, dove termina il percorso di visita.
In realtà la mostra è amplificata verso tutte le periferie fisiche e semantiche di Palazzo Pitti (approfondite in modo eccellente nel monumentale catalogo): dalla sua storia edilizia (riassunta in una selezione di fonti iconografiche) alle relazioni con il tessuto
L’unica lacuna dell’esposizione riguarda le origini quattrocentesche del palazzo e il suo primo secolo di vita escluso, forse, perché a quel tempo la residenza non era ancora una reggia.
pietro gaglianò
mostra vista il 6 dicembre 2003
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