Il suo nome sarebbe Isaia Mabellini, ma è con lo pseudonimo di Sarenco che da più di trenta anni lavora e compone poesie, lineari e visive.
Assieme a Eva Marisaldi e Maurizio Cattelan (che ha esportato uno dei tre bambini appesi, scandalo e delizia del mondo dell’arte nostrano), rappresenta l’Italia alla Biennale di Siviglia di Harald Szeeman. In Spagna, Sarenco ha portato sei installazioni e un video, Allah Akbar, incentrato sulla tragica vicenda dell’assalto ceceno al teatro di Mosca.
Nello stesso periodo la galleria Kore dedica all’artista lombardo una mostra antologica che ripercorre le tappe del suo fare arte, sempre divertito e irriverente, che mette in gioco i temi dell’arte, della musica, della poesia.
La mostra comprende una serie di opere recenti, uno sguardo sul mondo della cronaca e delle trasformazioni percettive indotte dalla nuova sensibilità tec
A Vespignano, nella Casa di Giotto, Sarenco ha collocato due opere di poesia visiva (provenienti dal repertorio degli anni settanta) realizzate su immagini tratte dal Giudizio Universale di Padova. Il giorno dell’inaugurazione l’artista ha composto un omaggio alla O di Giotto, un’installazione di grandi dimensioni alla ricerca del cerchio perfetto: al centro di un pannello, costellato di oggetti circolari, tutti trovati nei pressi di Vicchio, un orologio scandisce le ore, i minuti e i secondi, definendo la circonferenza assoluta, quella dei cicli del tempo.
Nel piano terra della casa-museo viene proiettato il video Sarenco Performance (1993). Il film è suddiviso in dieci episodi, dieci performance, realizzate per l’occasione oppure tratte da materiali esistenti. Come ha affermato Sarenco, si tratta di un gioco tra me e i miei amici artisti, che sono, fra gli altri, Giuseppe Chiari, Nam June Paik, Bob Wilson. Ogni capitolo del film è in sé autosufficiente e apre, nella prossimità con le storie che lo precedono e lo seguono, la possibilità di inventare e interpretare altre storie. “Il che dimostra” dice lui “che l’arte è l’unico e vero modo di espressione rivoluzionaria internazionale”.
pietro gaglianò
mostra vista il 29 ottobre 2004
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