La struttura espositiva di Merano bene si adatta alle mostre collettive, con i suoi spazi dislocati sui vari livelli, mentre il grande terrazzo all’ultimo piano, che dà sui tetti della cittadina, è perfetto per performance musicali e per trasformarsi in zona lounge. Ecco tracciato allora con base camp un tragitto che conduce lo spettatore attraverso le diverse percezioni innescate dai numerosi artisti presenti, giovanissimi e gruppi della scena dell’Europa tedesca, orientale e italiana, e attraverso la serie di appuntamenti musicali e performativi connessi con la mostra e realizzati dagli stessi artisti.
Si inizia con cARTalysator, il collettivo formato da Max Otto Petersdorf, Leander Schwazer, David Klein, David Joja, Paul Darius, un cartellone elettronico che catalizza gli imput dei collaboratori nel suo costante susseguirsi di immagini, concetti ed associazioni. La T-Raum di Katharina Dieckhoff tras-muta gli spazi con una sedia enorme e un’abat-jour minuscola: sarà l’uomo a doversi adattare. Maggiormente narrativi sono i disegni di Michela Lorenzi, vuoti perchè spesso con i colori fluo viene tracciato solo il contorno dei protagonisti. Nella serie di tavole è illustrata una generazione nostalgica dell’ingenuità del passato e del periodo infantile, simboleggiata dallo storico gioco del tweester. Luca Lumaca costruisce un passaggio obbligato nel mirino di un fucile, una Panic Room dove il buio e le tracce di sangue sul pavimento vogliono provocare un brivido di paura.
Dall’Accademia di Vienna arrivano Manuela Mark e Christian Eisenberger. La prima presenta una video performance in cui in volo sulla città mette in discussione le dimensioni dello spazio; mentre Eisenberger con Neumneum#4 ricrea un museo in miniatura, strutturato in piani distinti e collezioni prestigiose utilizzando scatole di cartone come sale espositive e ritagli di giornale con le immagini delle opere.
Site specific e di gruppo è invece il lavoro dei netzhal.de, di cui fanno parte Karl-Heinz Einberger, Hannes Gamper, Valentin Goderbauer e .Stefan Wischnewski. I quattro hanno occupato un intero piano di Kunst Merano arte, esaltandone le qualifiche di luogo artistico ma pure di incontro.
Quattro sono gli artisti dall’Accademia di Split in Croazia: Viktor Popovic, Tania Ravlic, Kristina Restovic e Goran Skofic. Sono un richiamo cupo alla pop art gli abiti e gli accessori di piombo di Popovic, mentre nei tre video di Ravlic l’immaginazione scaturita dal ricordo di scene familiari infonde un senso di pace. Il medium del video è stato scelto pure da Restovic, autrice sia delle scene che di disegni e di fotografie. Firmato Skofic è invece il video pluripremiato di 4’40’’ che deborda in un’installazione reale, in una scenografia abitata da bambole violente il cui effetto è davvero spettrale. Infine Dario Solman ha disegnato in bianco e nero schieramenti di individui uguali, scene metropolitane tra il ludico e l’alienazione.
E tra i numerosi side-events anche l’intervento del Vj Antonio Lampis con una serie di collages di musica elettronica e le novità della decima edizione del festival internazionale di arti multimediali e musica progressiva Sonar di Barcellona.
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gentili signori, tempo addietro ho portato in visione alcune mie cartoline visibili inoltre nel mio sito. Le quali mi sono state restituite con fare di sdegno,quasto e contro l" arte e la cultura, e vero che non sono di lingua tedesca ma sono un artista genuino. Con l" orgoglio di aver fatto tutto da solo .distinti saluti timone pasquale. tel. 338 1185576