Categorie: trento bolzano

fino al 25.II.2011 | Jacopo Mazzonelli | Rovereto (tn), Paolo Maria Deanesi

di - 18 Febbraio 2011
Non è possibile parlare di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) artista senza parlare di Jacopo
Mazzonelli musicista, perché è proprio nello scarto, nella vibrazione, nella
dimensione transitoria che si crea tra la definizione immateriale di un
pensiero, la generazione di un suono, la composizione di uno spazio e
l’attivazione di un pubblico che l’opera si genera e si rinnova.

Come afferma l’artista stesso, “più che pura sintesi tra elemento sonoro e visivo, preferisco
confrontarmi oggi su di un livello più astratto, concettuale, all’interno del
quale i termini stessi del linguaggio specifico delle diverse discipline si
declinano in maniere differenti, spesso generando scontri, tensioni, oppure al
contrario dando vita a nuovi livelli di interpretazione, in un territorio
volutamente deputato all’intuizione, od anche all’errore come regola operativa
dell’indagine artistica”.
Non si parla di semplice sintesi di forme,
figure, suoni, ma di un “pregio di
intenzione
” all’interno di una dimensione del tempo che, nell’arte,
corrisponde all’emozione.

Proprio in relazione a questa ricerca, legata a una sorta
di sublimazione dell’opera, la galleria diviene luogo di riflessione spaziale e
percettiva dell’ultimo progetto dell’artista trentino. Dall’ultima sala della
galleria proviene un suono dominante, scandito metricamente a sezioni alterne
(una partita a ping pong).

(I Play) Lonely
Everyday è un progetto polifonico: non solo tre assi cartesiani nello spazio, ma un
oggetto sonoro, nessuna reale presenza e uno sguardo perennemente altrove. Il
territorio dell’opera è una pedana di parquet, posata orizzontalmente a terra,
idealmente interrotta dal telaio di una finestra sospeso ortogonalmente al di
sopra di esso. Il suono proviene prima da destra, poi da sinistra, si rivela
più volte e poi svanisce, come l’azione incompiuta. Ciò che rimane è qualcosa che sa emozionare e stimolare,
travalicando qualsiasi confine di forma e definizione.

L’altro gioiello è l’opera Respiro / Breath. L’artista parte da un foglio di carta bianco
fissato sulla parete. L’ombra video-proiettata di un foglio appeso al muro
(l’immagine coincidente) si sofferma sul foglio reale, creando uno spazio
d’azione. A un certo punto, l’immagine proiettata oscilla e cade, come
l’attesa.

Resta il foglio di carta ma, insieme all’immagine
assente, svanisce l’ambizione tridimensionale della rappresentazione. Una
storia breve, ma abbastanza lunga da imprimersi nella memoria.

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collettiva a Vittorio Veneto

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mostra visitata il 27 novembre 2010


dal 26 novembre 2010 al 25 febbraio 2011

Jacopo Mazzonelli –
Camera Inversa. Reverse room

a
cura di Daniele Capra

Paolo Maria Deanesi Gallery

Via San Giovanni Bosco, 9 – 38068 Rovereto (TN)

Orario: da giovedì a sabato ore 16-20; altri giorni su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0464439834; fax +39 0464428921; info@paolomariadeanesi.it; www.paolomariadeanesi.it

[exibart]

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  • Trovo le opere di Mazzonelli di una banalità neo-concettuale estenuante e mi chiedo - se non ricorrendo a parole come "faziosità" - come chi le recensisce possa considerarle dei gioielli...

  • Ammetto, non ho visto la mostra, ma ho notato le opere di 'sto Mazzoneli ad Artefiera, effettivamente non sono un gran che, cioè, roba già superata a metò anni Settanta...

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