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Fino al 3.IV.2016 | La Coscienza del vero | Capolavori dell’Ottocento. Da Courbet a Segantini | Mart, Rovereto

di - 3 Marzo 2016
“La pittura è un’arte essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione di cose reali ed esistenti”.
La curatrice Alessandra Tiddia sceglie questa affermazione di Courbet per presentare la mostra la “Coscienza del vero”, frase che si potrebbe definire il filo conduttore, il mantra o la spinta ideologica verso il quale, in modo decisivo ma non definitivo, l’arte si muove nella seconda metà dell’Ottocento.
La mostra è un racconto espositivo contenuto in poco più di cinquant’anni, dal 1840 al 1895. Un periodo racchiuso tra il Romanticismo e l’Impressionismo: è il momento in cui la fotografia si rivela il mezzo in grado di catturare perfettamente la realtà, è il momento prima dell’esplosione delle avanguardie, la vigilia della modernità. Attraverso fotografie d’epoca e circa cento capolavori di pittura, la mostra offre al pubblico l’occasione di ripercorrere le premesse e i presupposti del grande rinnovamento che investirà la storia dell’arte al volgere del nuovo secolo, e lo fa a partire dal rapporto degli artisti con il Vero.
Nella lingua inglese, la contrapposizione dei due termini realism e illusionism distingue chiaramente le due possibilità dell’arte: la verità o l’artificio, lo svelamento o l’illusione,  la riproduzione o la rappresentazione. E da questo dualismo la mostra riguarda alla storia della pittura, confezionando un percorso lineare che coinvolge senza fatica in una delle riflessioni più spinose e sempiterne della storia dell’arte.
Se la coscienza è intesa letteralmente come consapevolezza del sé e del mondo intorno, la responsabilità degli artisti nei confronti del Vero non è mai stata cosa semplice ed univoca.
Lo stesso realismo, infatti, si rivela in realtà un pensiero variegato. Da una parte, il ritrovato interesse per lo studio della realtà alimenta una tendenza analitica come quella dei ritratti lenticolari, la riproduzione virtuosa di  dettagli più veri del vero e di conseguenza l’attento studio delle regole sceniche della rappresentazione. Capolavori come La morte di Otello di Pompeo Marino Molmenti, o i doppi ritratti di Tominz, esprimono tale tendenza mettendo però in guardia lo spettatore sin dall’inizio: il pennello e la tela sono strumenti di messa in scena e, in quanto tali, restituiscono la realtà solo attraverso la finzione e l’illusione.

Dall’altra parte, ben intenso, si fa largo impavido il realismo di Courbet, dove lo studio del vero è la pittura en plein air, la volontà di restituire la percezione immediata della realtà, bella o brutta che sia. Infatti, la riflessione iniziale di Courbet così continua: “Il bello, come la verità, è legato al tempo in cui si vive e all’individuo che è in grado di percepirlo”.
Che sia la nostra percezione a guidarci nell’osservazione del mondo, questo gli artisti lo sanno da sempre, ma l’artificio della rappresentazione deve essere quindi perfezionato o rinnegato? La Coscienza del vero segue questa duplicità e invita a guardare tale dibattito dalla parte degli artisti, considerando come la pittura si ritrovi ad affrontare un momento decisivo: ritornando alla realtà ma liberandosi della mimesi, accettando i limiti della percezione visiva ed allo stesso tempo la sfida della fotografia; reinventandosi, seguendo i nuovi canoni estetici della società borghese ed infine lasciando spazio ad una certa soggettività, fuori dalle regole della scuola accademica. Ancora Courbet, nelle sue lettere ammetteva:  “Nulla al mondo è più duro che fare dell’arte, soprattutto quando nessuno la capisce. Le donne vogliono dei ritratti senza ombre; gli uomini vogliono essere vestiti da festa: non c’è modo di cavarsela. Sarebbe meglio tirare la carretta che guadagnare del denaro in questa maniera: per lo meno, non si abdicherebbe al proprio pensiero.”
Roberta Palma
mostra visitata il 1 Dicembre
Dal 5 dicembre fino al 3 aprile 2016-01-09
La Coscienza del vero. Capolavori dell’Ottocento. Da Courbet a Segantini
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Corso Bettini 43 – 38068 Rovereto
Orari: da martedì a domenica 10:00 – 18:00, venerdì 10:00 – 21:00

Nata ad Aversa nel 1988 si è specializzata in arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. Ha collaborato con diverse realtà di Roma e Milano, dalle gallerie al no-profit. Dal 2013 al 2015 fa parte del collettivo internazionale 7x8curators. Attualmente parte di un progetto di ricerca didattica presso il Mart di Rovereto, collabora con Exibart dal 2014.

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