Attraversare lâAtlantico significa anche trasformarsi.
Il
Black Atlantic di cui parla
Paul Gilroy è uno spazio ibrido in cui si è costruita una cultura
transnazionale, che infrange i confini dellââ
assolutismo etnicoâ
. La
mostra pone quindi a confronto quattro artisti provenienti dai tre diversi
continenti che costituirono il famigerato triangolo commerciale: Africa,
America, Europa.
La nave negriera diviene il simbolo di questi passaggi
forzati, di questâinevitabile divenire altro.
Independance day 1936-1967 di
Maryam Jafri è unâinstallazione di foto dâarchivio che mostrano i festeggiamenti
dellâavvenuta indipendenza da parte di paesi africani e asiatici. Un lavoro-cerniera
tra passato coloniale e postcolonialismo. Si presagisce però già il perpetrarsi
dello sfruttamento nella storia dei nuovi stati. Aleggia unâunica
orchestrazione, tanto che le distanze geografiche assumono le sembianze di
diversi momenti di unâunica celebrazione.
Sulla parete opposta, un relitto si erge con imponenza
spettrale: è una delle navi da pesca che lâUrss fornĂŹ allâAngola per favorirne
lo sviluppo economico. Una scritta campeggia sulla foto centrale del trittico
di
Kiluanji Kia Henda:
Karl
Marx Luanda. Come previsto, la sorte
del paese africano finĂŹ nelle mani delle due potenze vincitrici del secondo conflitto
mondiale. Crollato il muro di Berlino, disgregata lâUnione Sovietica, le navi
fantasma giacciono sulle rive dellâAtlantico: lo sviluppo si è fermato di
nuovo.
Hank Willis Thomas apre uno squarcio sullo sguardo razziale.
The
curious in ecstacy riproduce una
stampa francese dâinizio Ottocento, in cui alcuni âcuriosiâ in abiti borghesi
osservano con attenzione morbosa il corpo nudo di una donna. Al centro
dellâattenzione doveva esserci Saartje Baartman, la
Venere Ottentotta, che dal Sudafrica girò per le capitali europee per
esibire la sua mostruosa femminilitĂ : un deretano e una vulva enormi. Lâartista
la sostituisce con la
Venere di
Botticelli, prototipo della bellezza idealizzata europea. Uno
slittamento tra codici e convenzioni culturali che determinano lo sguardo, come
in
The day I discovered I was coloured: una rivisitazione della copertina di un romanzo degli anni â70, in
cui la condizione di âdiversoâ del dubbioso bambino di colore viene imposta
dallo sguardo deciso dei due ragazzi bianchi.
Atlantico: circolazione di popoli e culture, ma anche
di capitali. Tre note carte di credito marchiate dallâemblema della nave
negriera pongono la circolazione del capitale nellâera globale in linea di continuitĂ
col passato coloniale, asservito alla logica del profitto, sotto lâegida dei
lumi della ragione illuminista.
Tracce del passato coloniale vengono riscoperte nelle
Virgin Islands e nella stessa cittĂ di Copenhagen dal danese
Nanna Debois
Buhl, alla ricerca di un senso di
appartenenza. Ma lâoceano non ha confini; è piuttosto il luogo della
contaminazione. Il video mostra lâincontro quasi commovente della
telecamera-occhio dellâartista con gli asini portati dai danesi come forza
lavoro sulle isole. La stessa fauna del luogo reca i segni di un passato
coloniale che invano si tenta di rimuovere.
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Ciao Antonella... peccato che non eri a Napoli. In questi giorni Hank Willis Thomas era qui in giro per la cittĂ , mio ospite. Era una buona occasione per conoscerlo :)