La follia, come la libertà, come l’amore, come l’arte, è uno di quei termini che maggiormente subiscono abuso semantico, e sui quali artisti verbo-visivi (come Piermario Ciani) potrebbero facilmente sbizzarrirsi. Nella mostra presentata alla Rocca di Riva del Garda il tema della pazzia è però indagato da alcuni artisti nella sua valenza patologica, cioè come quotidiana ossessione, disagio esistenziale, malattia del vivere.
Alessandra Filiberti affronta con coraggio, nel suo video corredato di disegni Pepita is on, il tema della follia del soggetto femminile, iconograficamente rappresentata dalla sproporzione dei due bulbi oculari -di chiara derivazione cartoonistica. Pepita è la protagonista di questo racconto senza trama, dove senso e conclusione per certi versi ricordano il cortometraggio Etoile de mer di Marchel Duchamp. Moreno Gentili presenta una serie di nature morte fotografiche intitolate Memorie dalla casa di un folle, reportage in un abitazione di un uomo che, dopo aver vissuto per anni nella
Con questa mostra l’arte è divenuta strumento all’interno di un progetto di ricerca più ampio dedicato al difficile problema delle istituzioni manicomiali. A partire dall’inizio del 2003 il Museo Storico di Trento ha infatti organizzato Alla ricerca delle menti perdute, un’articolata serie di incontri ed eventi per sviluppare un percorso sui luoghi, la storia e l’interpretazione della follia nella contemporaneità.
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