Sconvolgimenti? Urto? Grida laceranti? Colpi al basso ventre? Nulla di tutto ciò nella mostra che Perugi Artecontemporanea porta alla luce in questo periodo, anzi! Si stanno formando tendenze strane: ritorni ad un mondo sino ad oggi denunciato come obsoleto…il disegno! Con “Hackers” prende forma una “sbandata” (sarà solo temporanea?) che coinvolge i giovani sostenitori delle video-installazioni e performance in una corsa a tutta birra verso un’arte antica come il mondo, verso una rivisitazione completamente inaspettata da sembrare “costruita”. “Hackers” come pirati. Hacker come tagliuzzare ( to hack). Hacker come colpire allo stinco. In queste tre accezioni (che lo scritto di Guido Bartorelli curatore dell’evento tende a spiegare) consiste il lavoro di questi artisti. Ecco che alle pareti della saletta della Perugi troviamo il “segno” a farla da padrone: manichini e modelle glamour; figure stilizzate e fluorescenti; “vignette” ispirate a cinema e televisione (vedi Gilberti con “Laura Palmer paintings”); squarci di astrattismo grafico. In tutta questa “ricerca”, che gli artisti proposti esplicano quasi all’unisono, verte il mutamento straniante di una concettualità “nuova” (?). Ma sarà poi così? I dubbi si insinuano osservando le opere di D.J Lamù e Co. … non tanto per ciò che vogliono dirci, ma piuttosto per come lo dicono: possiamo credere che di punto in bianco, senza “organizzare”, autonomamente ogni artista muti il regime che lo contraddistingueva, per adottare il medesimo di altri? Possiamo, con assoluta tranquillità, affermare il naturale passaggio all’attuale livello, come un logico incedere di una ricerca comune? Dobbiamo credere all’assoluta “buonafede” di una ripresa “Non alla Moda” di una tecnica che tuttavia ritrae la “moda” stessa? Questi alcuni dei dubbi che sorgono visitando la mostra, queste le domande che naturalmente ci si pone dinnanzi ai lavori di questi artisti.
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sono in tutto e per tutto a favore del giornalista!
e chi sarebbero in italia questi che si avvicino allo stile televisivo?
Ciao
E' vero! Basta con quest'arte (se così la si può chiamare)che richiama i videoclip! Ma da quando l'arte non fa più ricerca, non porta più conoscenza! Questo momento è stto ed è rispecchiato dalla MTV generation? Beh, allora basta c'è MTV a testimoniarlo! Non c'è bisogno anche che gli artisti lo facciano! L'Arte è ben altra cosa!
Questa famigerata "MTV generation" non mi convince affatto. Ha il solo merito di strizzare l'occhio al "mercato". Mi sembra che vogliamo/dobbiamo per forza prendere IL MINIMO! Cazzo! Quello che ci propina MTV è LETTERALMENTE il minimo che c'è in giro! Cose da matti! Se non sbaglio ciò che conta nell'arte è "la ricerca" , osare varcare i confini della mediocrità... e ora di che sì parla? Di MTV generation! Spero con tutto il cuore che sia solo la solita moda passeggera. Complimenti comunque per la recensione.