Categorie: venezia

Dal 4 marzo 2000 al 22 aprile 2000 | Hackers | D.J. Lamù, Fausto Gilberti, Pat O’ Coonor, Alex Pinna, Giovanna Ricotta | Padova: Perugi Artecontemporanea |

di - 13 Marzo 2000

Sconvolgimenti? Urto? Grida laceranti? Colpi al basso ventre? Nulla di tutto ciò nella mostra che Perugi Artecontemporanea porta alla luce in questo periodo, anzi! Si stanno formando tendenze strane: ritorni ad un mondo sino ad oggi denunciato come obsoleto…il disegno! Con “Hackers” prende forma una “sbandata” (sarà solo temporanea?) che coinvolge i giovani sostenitori delle video-installazioni e performance in una corsa a tutta birra verso un’arte antica come il mondo, verso una rivisitazione completamente inaspettata da sembrare “costruita”. “Hackers” come pirati. Hacker come tagliuzzare ( to hack). Hacker come colpire allo stinco. In queste tre accezioni (che lo scritto di Guido Bartorelli curatore dell’evento tende a spiegare) consiste il lavoro di questi artisti. Ecco che alle pareti della saletta della Perugi troviamo il “segno” a farla da padrone: manichini e modelle glamour; figure stilizzate e fluorescenti; “vignette” ispirate a cinema e televisione (vedi Gilberti con “Laura Palmer paintings”); squarci di astrattismo grafico. In tutta questa “ricerca”, che gli artisti proposti esplicano quasi all’unisono, verte il mutamento straniante di una concettualità “nuova” (?). Ma sarà poi così? I dubbi si insinuano osservando le opere di D.J Lamù e Co. … non tanto per ciò che vogliono dirci, ma piuttosto per come lo dicono: possiamo credere che di punto in bianco, senza “organizzare”, autonomamente ogni artista muti il regime che lo contraddistingueva, per adottare il medesimo di altri? Possiamo, con assoluta tranquillità, affermare il naturale passaggio all’attuale livello, come un logico incedere di una ricerca comune? Dobbiamo credere all’assoluta “buonafede” di una ripresa “Non alla Moda” di una tecnica che tuttavia ritrae la “moda” stessa? Questi alcuni dei dubbi che sorgono visitando la mostra, queste le domande che naturalmente ci si pone dinnanzi ai lavori di questi artisti.
Lungi da me formulare accuse, o “piantare grane”, ma credo in una ennesima “novità per il gusto della novità”: e forse proprio in questo, stagna, il vero nesso che giustifica tale cambiamento. Nel momento in cui galleristi, critica e collezionisti hanno assorbito ed accettato con entusiasmo “i diversi colpi allo stinco” che questi nuovi artisti da tempo infierivano, ecco arrivare (improvviso?) un colpo successivo. Mha! Si sente la puzza di una orchestrazione ben architettata. Vero che ci si rinnova in continuazione; vero che i “tempi” cambiano con rapidità; vero che la comunicazione corre su plurimi binari; vero che il nuovo da sempre spaventa e inibisce…ma nutro delle perplessità nell’operato che Perugi mostra. A mio avviso, se possiamo parlare di ricerca, allora la individuiamo in questa “falsità” di fondo: propinare alla massa sconvolgimenti perpetuati con l’intento di perpetuarli e basta; rinnovi stilistici fini a se stessi; mutamenti semantici che si risolvono in bolle di sapone; concettualità indipendente e autonoma, che risulta collettiva e studiata. Molti potranno accusarmi di “percezione antiquata” o ancora di “imbarazzo al nuovo”, ma allora non potrei sottrarmi ad ulteriori domande, che richiedono risposte più delucidanti: dove dimora l’originalità che tali artisti propongono? Nello shok? (ci hanno già pensato autorevoli maestri, prima di loro); nelle tematiche? (un trito di deja-vù); nella sperimentazione forsennata? (nulla di più abusato); nel promuovere intenti comuni? ( e i vari “Ismi” ce li siamo dimenticati?). Se novità c’è, allora credo di vederla nel doppio gioco che questi artisti applicano: colpo alla botte e uno al cerchio. Il tutto per “restare a galla” in un mercato “veloce” (questo si) ed esigente. Se così non fosse, allora li esorterei a praticare sincerità! Almeno negli intenti. Generazione dei “Goldrake e Duran Duran” (cito Bartorelli) io sono uno dei vostri: accetto la messa in scena della comunicazione patinata, del cinema, della moda e quant’altro voi proponete, in quanto io stesso “spettatore” della stessa epoca, ma per cortesia…meno sofismi o autogiustificazioni fasulle. Fate ciò che sentite! Ed ora arriviamo all’ultima accezione che Bartorelli propone di hacker: “rendere comune, trito; ridurre a semplice banalità”. Forse in questo concordo, dato che i loro lavori banalizzano la comunicazione high-tech…ma credo di associarmi a questa definizione anche per esprimere il leit-motiv delle loro “presunte” originali sperimentazioni. Oggi, credo non si possa inventare nulla, di non già visto, (in arte, e per il momento)…ma concentrare tematiche di stampo concettuale (così concettuale, sia inteso), lo trovo ancora tropo impregnato nei retaggi di un ancora fin troppo vicino periodo, da non persuadermi a credere in questa originalità.



Perugi Artecontemporanea
Via Altinate 66
Padova

Ingresso: libero
Apertura: tutti i giorni tranne festivi
Orario: 17.30/20.00
Info. 049663996
e-mail perugiartecontemp@libero.it


Kranix (Massimo Campaci)

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Visualizza commenti

  • e chi sarebbero in italia questi che si avvicino allo stile televisivo?
    Ciao

  • E' vero! Basta con quest'arte (se così la si può chiamare)che richiama i videoclip! Ma da quando l'arte non fa più ricerca, non porta più conoscenza! Questo momento è stto ed è rispecchiato dalla MTV generation? Beh, allora basta c'è MTV a testimoniarlo! Non c'è bisogno anche che gli artisti lo facciano! L'Arte è ben altra cosa!

  • Questa famigerata "MTV generation" non mi convince affatto. Ha il solo merito di strizzare l'occhio al "mercato". Mi sembra che vogliamo/dobbiamo per forza prendere IL MINIMO! Cazzo! Quello che ci propina MTV è LETTERALMENTE il minimo che c'è in giro! Cose da matti! Se non sbaglio ciò che conta nell'arte è "la ricerca" , osare varcare i confini della mediocrità... e ora di che sì parla? Di MTV generation! Spero con tutto il cuore che sia solo la solita moda passeggera. Complimenti comunque per la recensione.

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