Categorie: venezia

fino al 17.V.2003 | Alejandra Seeber – Entra, accomodati | Verona, Galleria Girondini

di - 22 Aprile 2003

Una pittura intima, domestica, legata agli oggetti e agli interni d’abitazione, a scorci di una quotidianità vissuta. Il padrone di casa è uscito, ma ha lasciato un libro aperto e qualche indumento in disordine. Le luci accese, le porte accostate che permettono di sbirciare all’interno: ci si sente un po’ ladri e un po’ fantasmi a passare in rassegna le tele di Alejandra Seeber, perché in quelle moquette sgargianti, in quel gusto per l’arredamento che, in modo un po’ stridente, abbina design minimalista, tappezzeria casual e suppellettili rococò, c’è sì un’atmosfera di aristocrazia decaduta, ma anche un po’ di aria di casa nostra, quando l’originario proponimento di arredare in modo equilibrato ed organico viene disatteso, dall’intima necessità di circondarsi di ricordi, dal bisogno di vivere la propria abitazione, magari coprendo il divano con tele di fantasia per preservarli dall’usura o esibendo una lampada un po’ kitsch.
Tutt’altro che ordinato, il paesaggio della Seeber è fatto di dettagli, di accumuli, di frammenti, di prospettive distorte, di tinte forti, fauve, che ricordano gli interni di Almodòvar.
Non vi sono dubbi che si tratti di pittura figurativa, eppure l’impianto geometrico, i tagli prospettici, le linee rette che squadrano i piani, associati ad un cromatismo sempre deciso e bidimensionale, suggeriscono una percezione sintetica ed aniconica, in cui scansione e ritmo delle campiture sono interfacce che descrivono non solo un luogo, ma anche l’indole dei suoi abitanti.
Assolutamente attuale, questa pittura, in cui capita perfino che l’oggetto sia indicato da una sagoma vuota, procede con una tecnica che assomiglia al collage, così che ogni elemento appare mobile, provvisorio, fortemente caratterizzato. Se un difetto va rilevato, nell’arte di Alejandra, è certamente nella tendenza all’esagerazione, all’eccesso. Le tele appese senza telaio possono essere suggestive, sorta di arazzi che aumentano il senso di imperfezione e di ambiguità, tipico dell’artista, ma ingenui appaiono gli strappi, certi buchi che lasciano intravedere il muro retrostante, come pure non piace l’eccesso cromatico e gestuale di alcune macchie d’impeto: talvolta sembra che l’artista non ci creda fino in fondo, rifugiandosi in superflue esasperazioni, nell’intento di rendere più chiaro un messaggio di frammentarietà e di annullamento della prospettiva, che è già cristallino. Insomma un’artista convincente che deve forse convincere se stessa di poter fare a meno perfino dei porti sicuri del cubismo e del pop .
Il catalogo è appena sufficiente: la carta opaca del classico formato della galleria non rende giustizia a queste opere. Il testo della Bertola parte lanciato, promette faville, poi però si perde, vivacchia e si trascina stancamente fino alla fine.

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Alejandra Seeber – Entra, accomodati
Dal 5.IV.2003 al 17.V.2003
Verona, Francesco Girondini Arte Contemporanea, Verona, via de nicolis 1 (angolo via emilei). orari: dalle 15.30 alle 19.30.Chiuso il lunedì e i festivi. Catalogo gratuito in galleria. tel. 045 8030775, fax 045 8020567, e-mail fg@girondiniarte.com, web www.girondiniarte.com. A cura di Chiara Bertola


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