Categorie: venezia

fino al 2.VIII.2008 | Mona Kuhn | Venezia, Jarach

di - 25 Luglio 2008
La lettura degli ultimi lavori della fotografa brasiliana Mona Kuhn (São Paulo, 1969; vive a Los Angeles), ospite presso la Jarach Gallery di Venezia nella prima personale italiana a lei dedicata, appare semplice e immediata. La ricerca dell’uomo, intesa come indagine anatomica ed estetica, attraverso i ritratti di una comédie humaine distaccata e disinibita, che silenziosamente si offre ai nostri sguardi.
Ma, come spesso accade nella fotografia, l’immediatezza e l’onestà linguistica tradiscono livelli di analisi più profondi, oltre l’evidenza epidermica. Le 23 stampe fotografiche di grande formato (realizzate tra il 2004 e il 2006) ritraggono corpi nudi di giovani uomini e giovani donne immersi in atmosfere naturali e rilassate. Gli scatti sono stati raccolti nella monografia Evidence, edita da Steidl nel 2007, e proseguono il lavoro di Photographs, pubblicato sempre dalla prestigiosa casa editrice nel 2004.
I corpi, dalle forme armoniose, si lasciano ammirare, ora isolati, ora in gruppo, le espressioni assorte ma serene. Più che per l’avvenenza, evidente ma non preminente, le figure colpiscono per la bellezza interiore che si riflette nella purezza di sguardi luminosi che Kuhn, anche in fase di stampa, riesce a rendere appieno. All about Eve, Beyond, Captured, Refractions, Orpheus, La Belle Roxane, Bather, tra gli altri, sono un pensiero neoplatonico, l’evidenza di una bellezza eterea che avvicina il terreno all’idea divina progenitrice.
Laddove il nudo, anche d’artista, non sarebbe riuscito a privarsi di una minima componente morbosa, i lavori qui esposti ne risultano assolutamente privi. I corpi sono elementi in costante dialogo osmotico, natura che si invera nella natura, senza protezione né barriere; usando figure retoriche, Kuhn ne sfoca i contorni, li ammorbidisce con giochi di luci e ombre, ne stravolge le forme con i riflessi di una vetrata per inserirli gradualmente in un contesto in cui tutto, spazio e elementi, tende a integrarsi, ad accogliersi.

Svincolarsi dall’assunto della messa a fuoco equivale ad assumere regole più alte e universali, così come offrirsi nudi agli altri. Prima ancora di sapere che i modelli appartengono alla comunità di naturisti francesi frequentata ogni estate da Kuhn e dunque amici dell’artista, si intuisce l’aspetto elitario dell’esperienza vissuta e documentata, la loro adesione a un mondo nascosto che giustifica anche la vicinanza dell’obiettivo e della fotografa, percepiti come figure alleate.
Questo eden primordiale non appare così turbato dalla nostra presenza e dal nostro ancestrale e inevitabile voyeurismo. I corpi -e l’artista attraverso di essi- non cercano seduzioni scontate, semplicemente esistono come sacerdoti o discepoli di un culto panico nel quale la nudità è uno stadio della conoscenza, una condizione di equilibrio fra creatura e creatore. La bellezza di questo hortus conclusus retto da valori etici condivisi è la seducente soluzione alla corruzione di ciò che avviene invece oltre le mura.

Guardare, anche fotograficamente, vuol dire eleggere la propria bellezza, riconoscerla in questa realtà panottica (sembra dirci la ragazza ritratta in Look at Looking) armonica e priva di clamore in cui tutti aspirano a vivere per guardare ed essere guardati.

gaetano salerno
mostra visitata il 12 giugno 2008


dal 14 giugno al 2 agosto 2008
Mona Kuhn – Evidence
Jarach Gallery
Campo San Fantin – San Marco, 1997 (zona Fenice) – 30124 Venezia
Orario: da martedì a sabato ore 10-13 e 14.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0415221938; fax +39 0412778963; info@jarachgallery.com; www.jarachgallery.com

[exibart]

Articoli recenti

  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30
  • Musei

Riapre la Pinacoteca di Ancona: nuova vita per il museo Francesco Podesti

La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…

6 Dicembre 2025 10:30
  • Mercato

Cani-robot e opere oversize: dentro le due anomalie di Art Basel Miami Beach

Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…

6 Dicembre 2025 10:18
  • Arte contemporanea

Quella di Warhol non è mai la “solita zuppa”: l’eredità di un soggetto iconico

La lattina più famosa dell’arte torna protagonista: denigrata, celebrata, reinterpretata. La sua metamorfosi mostra quanto la visione di Warhol continui…

6 Dicembre 2025 9:30