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Fino al 28.I.2001 | Parigi “Belle Epoque” nei manifesti della raccolta Salce | Treviso, Palazzo Giacomelli

di - 2 Novembre 2000

Se si considera il numero dei manifesti che la Raccolta Salce annovera, si giustifica ben presto l’iniziativa denominata “Progetto Salce” che ha per scopo la realizzazione di esposizioni tematiche da promuovere a rotazione presso le sale di Palazzo Giacomelli. “Belle Epoque” intende quindi sondare un periodo ben distinguibile e limitato, coincidente con la fibrillazione e il dinamismo della Parigi degli anni di fine ‘800 e inizio ‘900, concentrando l’attenzione verso un erotismo più o meno marcato. Percorrendo la sala espositiva infatti si percepisce che a prescindere dal soggetto “pubblicizzato”, sono le figure femminili a riempire la scena: donne in posa sensuale o festosa..donne ammiccanti o aristocratiche, ballerine o fate. Dalle opere di Jules Cheret (vicino al dipingere del grande Toulouse Lautrec), passando per quelle del boemo naturalizzato francese Adolphe Moucha, sino ad arrivare ai semi nudi di Pal appare evidente l’impronta sensuale, come anche il carattere particolarmente felice della Parigi di allora, della sua attività culturale, della joie de vivre che regnava all’insegna di Can Can e mondanità.

Sono gli anni del “Moulin Rouge” (inaugurato il 5 ottobre del 1889 sulle mura dell’ex “Bal de la Reine Blanche”), dell’imponente Tour Eiffel, dei café concerto, delle sale da ballo, dei posti di ritrovo, delle ballerine, degli spettacoli…dello champagne. In questa cornice prende piede il manifesto, in prima battuta in sordina, poi verso il finire del ‘900 acquista una popolarità che non troverà più riscontri così elevati: tanto che si inizia a collezionarli, si attende l’ultima creazione, si cercano (e si riconoscono) le firme. L’affiche sembra maturare con l’humus sociale decantandolo e narrandolo, ma anche contribuendo alla creazione dello stesso: è parte integrante. Il manifesto figlio di questa euforia che coinvolge ceti abbienti e non, finisce per rappresentarla. Il pioniere di questo innovativo “mezzo pubblicitario” è proprio Jules Cheret, che dopo una “gavetta” irta di difficoltà ha saputo individuare nella caratterizzazione di una figura femminile l’elemento più incisivo e duttile: la ragazza bionda, accattivante, sensuale, ridente, eterea e libera dal pesante lettering. Da qui, il manifesto acquisisce una comunicazione più sintetica, immediata, spensierata e adotterà proprio “l’icona” femminile quale indice del messaggio da lanciare. Non importa se si pubblicizza un balletto oppure una pièce teatrale, o ancora una marca di alcolici o il petrolio Saxolèine…per entrambi la ragazza “stereotipo” funziona. “Belle Epoque” espone dunque questo importante momento per la storia del manifesto (nasce in Francia per l’appunto ma avrà una rapida diffusione in tutta Europa) proponendo le opere dei suoi più rappresentativi autori; si vedranno: “Palais de Glaces” o “Le punch Grassot” (Jules Cheret), “Arista” e “Rayon d’Or” (Pal – Jean Palèologue) oppure “Cognac biscuit” e “Lance Parfum RODO” (Alfons Mucha – Adolphe Moucha). La mostra, prima esposizione di un più ampio progetto (vedi sopra) coordinato da Eugenio Manzato (direttore dei Musei Civici, nonché responsabile scientifico della collezione), promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Treviso, dall’Unindustria Treviso e dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Veneto, è ospitata nella sala pianterreno del seicentesco Palazzo Giacomelli (reduce da un lungo restauro risolto proprio dall’Unindustria) offre la possibilità di usufruire di una postazione multimediale per integrare le informazioni circa l’esibizione. Bisogna dire che se dovessimo analizzare didascalie e apparati critici, rimarremmo piuttosto delusi (data la loro scarsa presenza) e che forse neppure l’ausilio di un sistema interattivo di tale fattura (una specie di banca dati poco illuminante, per quanto ricca di immagini) può sopperire alla mancanza.

L’assenza di una spiegazione del momento storico più dettagliata, di una “biografia” del manifesto per comprenderne la valenza, e di una accurata analisi degli artisti, viene tuttavia riparata dalla presenza del catalogo (anche se non si dovrebbe limitare a quello). Auspico che il prossimo tema trattato venga introdotto con maggiori informazioni, anche perché l’importanza delle opere (ricordo che per numero la collezione Salce è equiparabile al Musèe dell’Affiches di Parigi -in pratica una delle maggiori collezioni al mondo di manifesti d’epoca-), e la valenza che lo stesso manifesto possiede nella storia sociale-artistica europea, di certo lo meriterebbe.

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Parigi “Belle Epoque”
Nei manifesti della Raccolta Salce, dal 7 ottobre 2000 al 28 gennaio 2001, Palazzo Giacomelli (sede di rappresentanza Un industria Treviso), Piazza Garibaldi, 13. Mostra a cura della direzione dei Musei Civici, progetto a cura di Eugenio Manzato.
Orario di Apertura. Tutti i gironi 9.00-12.00 / 15.00-19.00
Chiuso nei giorni: 24,25,31 dicembre ed il 1 gennaio
Ingresso: Lit. 5000/ Ridotti per gruppi Lit. 3000/ scolari e terza età Lit. 2000
Informazioni: Segreteria Organizzativa tel 0422 2941 / 0422 294403
Fax 0422 412238
e-mail pgiacomelli@tin.it
indirizzo web: http://www.unindustria.treviso.it/salce
Visite guidate a cura della “Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta”
Catalogo: Lit 20.000 a cura di Eugenio Manzato e Roberto Curci.



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  • Non credo si possano acquistare. So che il mercato dei manifesti è piuttosto attivo (anche se non ottimamente pubblicizzato)ma per quanto concerne la raccola Salce, nutro forti dubbi. Comunque ciò non toglie che mi possa informare...riferirò al ouù presto.

  • Queste mostre mi fanno impazzire, eccezionali questi manifesti ! Grazie ancora

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