La Galleria dello Scudo torna ad esporre Toti Scialoja (1914-1998) con una mostra, dopo quella realizzata nel 1999, intensa e doverosa, che indaga le opere realizzate negli ultimi due decenni di vita dell’artista. La mostra viene a conclusione del progetto patrocinato dall’Assessorato alla Cultura di Verona e realizzato con la Fondazione Scialoja di Roma. Sono due le sedi interessate: la Galleria dello Scudo, appunto, dove trovano spazio le opere dal 1983 ad oggi (fino ad una delle ultime tele realizzate, Per W.d.K. 20.3.1997, dedicata a de Kooning del 1997) e la Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, nelle cui sale sono esposte una grande tela del 1978 e, tra le altre, le opere Secondo San Isidro e Diario rosso ocra, entrambe realizzate nel 1983. I due lavori rappresentano, rispettivamente, la congiunzione alla produzione degli anni Sessanta e il sismografo del lento, ma persistente, mutamento della sua ricerca pittorica.
Simili progetti, che indagano nel corso del tempo un artista, sono rari perché rara è la coerenza e la costanza con cui si affronta una poetica, in questo caso dagli esordi all’epilogo. Rimangono il ricordo dell’occasione in cui si sono affrontate visivamente le opere esposte e i cataloghi che ne documentano il percorso estetico e la riflessione teorica. Se nella mostra passata si prendevano in esame gli anni Sessanta, in cui Scialoja si confrontava con ciò che accadeva in quel momento a New York, in queste trenta opere si esamina la trasformazione in atto della sua pittura, più matura e pensata, ma anche più dipinta, pur mantenendo “il suo basilare e codificato repertorio di elementi formali”.
Lo spessore delle opere, il loro contenuto pittorico, raggiunge quello spazio dove il tempo e il segno s’incontrano in una sintesi armonica in grado di offrire la rappresentazione del mondo. I suoi colori di sempre, co
Altri quadri in mostra sono stati realizzati nell’ultimo decennio della sua vita, come Taraia (1992), Baccanale (1992), Vermiglio (1993), La riffa (1995) e Labirinto (1996), ma la tela dedicata a de Kooning, suo grande amico, ha una forza superiore: Poesia, Pittura e Pensiero, convivono in una sintesi di equilibrio pittorico raramente raggiungibile.
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