Categorie: venezia

fino al 30.I.2005 | Carel Moiseiwitsch – Palestina occupata | Venezia, Galleria Nuova Icona

di - 26 Gennaio 2005

Pastelli su carta che ritraggono il dolore di un paese perennemente in guerra. E’ Palestina Occupata, la mostra di Carel Moiseiwitsch alla Galleria Nuova Icona di Venezia, che con questo evento conclude la rassegna by//pass, dedicata delle ‘terre di tensione’ nel mondo, in particolar modo alle nuove e vecchie realtà mediorientali agitate dalla crisi irachena.
Quelle di Carel Moiseiwitsch, esposte per la prima volta in Europa, sono opere che parlano di violenza, di morte, di paura, lavori che nascono lungo le strade e raccontano il terrore della distruzione e dei gratuiti orrori dell’Intifada. Una realtà vissuta direttamente dall’artista, che nel 2003 era attivista per i diritti umani dell’International Rights Movement, nei giorni dell’uccisione di Rachel Corrie.
Nelle opere esposte trova sfogo una concentrata osservazione della realtà mediorientale, trasportata sulla carta con la fredda lucidità di chi vuole dare enfasi e forza alle informazioni, per scuotere le coscienze e rivendicare il diritto alla giustizia.
Impossibile non ricordare alcune opere di altri grandi artisti: Honoré Daumier, nella sua profonda carica espressiva di denuncia sociale e di costume, Kate Kollwitz, nel suo sentito pacifismo di madre, i fratelli Jake e Dinos Chapman, autori di immagini di cruda atrocità. Impossibile non paragonare quel Jaysh al raccapricciante Los Fusilamientos di Goya: perché, al di là del tempo, il dolore è lo stesso, la guerra non cambia, cancella la pietà dai volti umani e ne disegna il terrore della morte.

Donne spaventate che si coprono il volto con un velo, alberi sradicati, paesaggi distrutti dalla prepotenza dei carri da guerra e dei bulldozer, strade percorse da ambulanze piene di cadaveri e gente ferita: quasi come un fotoreporter, Carel Moiseiwitsch raccoglie il dolore della gente comune per fare della sua arte un mezzo di denuncia.
Ma la pittura non si ferma alla fredda realtà dei fatti perché l’arte ha il potere di scavare nel significato delle cose e farsi portavoce di valori diversi. Ecco che allora le opere della pittrice diventano anche un segno di speranza e di pace nei colori vivi della serie Rafah Quartet, immagini disegnate con i contorni naif dell’istinto e della spontaneità. Grandi campiture di blu intensi, piccoli scorci di rossi accesi, gialli luminosi che escono violenti dalle opere: per rivendicare giustizia e restituire i diritti umani a un popolo che reclama la propria libertà.

francesca ambroso
mostra visitata il 21 gennaio 2005


Palestina Occupata
Galleria Nuova Icona
Giudecca 454
8/30 gennaio 2005
Orario: da giovedì a domenica ore 16/20
Ingresso libero
Per informazioni: 0415210101


[exibart]

Articoli recenti

  • Musei

Credere che il mondo possa sollevarsi insieme al proprio desiderio. Nasce a Mantova il Museo Sonnabend

La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…

6 Dicembre 2025 0:02
  • Personaggi

Addio a Frank Gehry. Muore un titano dell’architettura

Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…

5 Dicembre 2025 21:24
  • Arte contemporanea

La Società delle Api si sposta a Roma, con Luca Lo Pinto nuovo direttore artistico

La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…

5 Dicembre 2025 17:30
  • Mostre

La Fondazione Luigi Rovati di Milano racconta tremila anni di Olimpiadi

Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…

5 Dicembre 2025 17:00
  • Personaggi

Addio a Giovanni Campus, morto a 97 anni uno dei maestri della scultura contemporanea

È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…

5 Dicembre 2025 16:08
  • Fotografia

La rivoluzione delle polleras arriva a Sydney, nelle foto di Francesca Magnani

La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…

5 Dicembre 2025 13:30