Finisce in bellezza il sodalizio economico-culturale che da sei anni legava il curatore Marco Goldin alla Fondazione Cassamarca. Un fuoco di fila di nomi e di capolavori che come ogni spettacolo pirotecnico affascina e sgomenta. E’ un invito al viaggio insieme ai pittori che segnano il passaggio tra l’Ottocento e il Novecento sulle rive del Mediterraneo, in Costa Azzurra e in Provenza, alla ricerca della luce e dei colori, oro e azzurro, del Sud.
Si parte dalla Riviera ligure con Piccola fattoria a Bordighera di Monet in un’esplosione di toni dorati e, passando dalla verde Provenza di Gaugin (Les Alycamps), ci si immerge nella vibratilità cromatica del Grande paesaggio del Midi di Bonnard, cantore di un reale che si dilata ad accogliere il flusso inarrestabile della memoria, per giungere a Marsiglia dove ci accoglie l’ariosa Estaque. Veduta del golfo di Marsiglia di Cézanne, logo della rassegna. Al percorso geografico si unisce
I paesaggi, da impressioni captate dall’occhio, possono trasformarsi in visioni interiori e, mentre le chiome fiammeggianti come lingue di fuoco degli Alberi davanti all’ospizio di Saint Remy innalzano al cielo il tormento di Van Gogh, i suoi Ulivi del 1889 paiono affetti da umanissima malinconia. Visionario e espressionista è il dipinto Scala rossa a Cagnes del lituano Soutine che inonda le sue tele, “impronte intime del suo cuore”, di violenze cromatiche e di forme travagliate. Giustapposta alle opere di Soutine, per
Autentico sussulto provocano le cinque versioni riunite nelle stessa sala della Montagna Saint-Victoire di Paul Cèzanne, luogo-icona, colto nel suo saldo strutturarsi mediante taches di colore. Altro scossone emotivo procura la Camera di Van Gogh ad Arles, inquietante paesaggio dell’anima, realizzato nel 1889 durante il ricovero di Vincent a Sant Remy che s’illumina “come una sorta di vendetta per il riposo forzato al quale sono stato obbligato” con le pareti d’azzurro e i vetri della finestra incendiati d’oro. Oro e azzurro, quindi, per una mostra che promette emozioni. Preferibilmente in notturna, per un edonismo totale.
myriam zerbi
mostra visitata l’11 ottobre 2003
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Ho fatto 100 km nella convinzione che il mercoledì l'orario fosse sino alle 22.00.