La versione originaria comprendeva il solo corpo centrale a campanile con le due statue dei Mori.
Costruttori della monumentale macchina dell’orologio con la suoneria, i quadranti astronomici e la processione dei Re Magi furono, a fine Quattrocento, Zuan Paolo e Zuan Carlo Ranieri, originari di Reggio Emilia.
Un primo restauro manutentivo dell’orologio fu compiuto nel 1551 da Giuseppe Mazzoleni.
Tra il 1753 e il 1757 l’orologio fu radicalmente trasformato in ogni sua parte dall’ingegnere meccanico padovano Bartolomeo Ferracina che realizzò modifiche di rilievo come l’introduzione del pendolo e la semplificazione della parte astronomica.
Sempre a metà del Settecento furono aggiunte le ali laterali e le balaustre superiori da Giorgio Massari.
Un radicale restauro edilizio alla metà deòò’Ottocento apportò significative trasformazioni alla struttura, al coperto, alle scale della Torre.
Nel 1858 l’orologio fù una volta ancora restaurato e modificato da Luigi De Luca. In tale occasione furono introdotti i tamburi con l’indicazione delle ore e dei minuti.
Altri interventi di manutenzione e revisione si ebbero nell’Ottocento e nel Novecento da parte di Antonio Trevisan e Giovanni Paratoner.
[exibart]
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Il restauro e' stato un disastro.
Guardate il sito: http://www.orologeria.com
Troverete una relazione sugli errori fatti dai restauratori.
Garantisco, quale responsabile tecnico del meccanismo per più di dieci anni, che il restauro dell'Orologio è stato condotto in totale difformità rispetto ai ferrei criteri conservativi oggi applicati a qualsiasi oggetto storico. Quanto è accaduto ha dell'incredibile. Leggete nel sito http://www.orologeria.com e giudicate voi stessi.
Secondo una corretta idea di filologia del restauro, non si puo' a tutt'oggi non pensare che il lavoro operato sul meccanismo dell'orologio della Torre dei mori di Venezia non sia viziato dalla mancanza di una seria e scientifica direzione dei lavori. I dettagli tecnici illustrati dall'ultimo temperatore della Torre mostrano ampiamente come si siano utilizzati criteri diversi per l'eventuale conservazione o soppressione di parti dello stesso meccanismo, e cio' in contrasto con qualsiasi filologia, intesa come critica del testo.