Categorie: visualia

Videoarte contro le mine anti-uomo

di - 26 Novembre 2001

Mine Man, l’Uomo-Mina, è una videoinstallazione di forte impatto emotivo, realizzata da Elastic, gruppo di ricerca artistica composto da Alexandro Ladaga, Silvia Manteiga e Fabio Iaquone, per l’associazione umanitaria Intersos per sensibilizzare il pubblico sul problema dei campi minati. All’interno di un tendone bianco di Intersos in piazza del Popolo a Roma, il gruppo artistico Elastic ha costruito un ambiente rettangolare di 15 metri di profondità, che simula ad un tempo, come se fossero retti da una medesima logica, una camera prospettica nera rovesciata e il meccanismo di una mina: un ingresso stretto 1,5 metri si allarga fino a diventare di 3, mentre il soffitto si abbassa progressivamente. Ad entrambi i lati del tunnel così costituito, 6 monitor al plasma, infossati a un metro di profondità, sono occhi infrarossi che scrutano impietosamente lo spettatore e ne interrogano la coscienza. Questi occhi vengono asincronicamente travolti da piccole immagini olografiche proiettate su vetri. Il tunnel allargandosi progressivamente porta a una videoproiezione frontale gigantesca: ancora occhi infrarossi fissano senza pietà lo spettatore, che viene trasformato così in spettacolo. Gli occhi vengono sconvolti da immagini olografiche di uomini-mina che esplodono in aria e saltano fuori campo asincronicamente. L’ambientazione sonora di Pasquale Catalano è costituita da una base angosciante che scandisce il ritmo ossessivo e inarrestabile di una bomba a orologeria.
Sulla base ritmica agiscono suoni abbinati alle immagini video: esplosioni di ordigni, suoni sinistri di meccanismi di ingranaggi bellici. La sensazione complessiva è quella di essere sottoposti a un bombardamento, di stare per saltare su una mina, ma nello stesso tempo di essere una mina, di essere al suo interno, nella sua logica inarrestabile. Mine man è un approfondimento della ricerca videosofica degli Elastic. Lo sguardo-video, l’occhio di sorveglianza, che controlla, analizza, registra e cattura lo spettatore trasformandolo da soggetto a oggetto dello sguardo, è il tema dell’installazione Eye/I recorder zap simulacre, che gli Elastic hanno creato nel piazzale delle Cascine a Firenze in occasione di Artport. Lo sguardo come ossessione, come interrogazione senza fine, è l’idea di fondo di Insomnia, installazione presentata a VideA_2001 a Barcellona. Mine man intensifica l’indagine sul senso delle nuove tecnologie e raggiunge la profondità dell’etica: lo sguardo-mina, ad un tempo esito estremo dello sguardo umano e sguardo che rende oggetto l’uomo stesso, è presentato nella sua ambiguità terribile. E’ l’ambiguità dell’uomo, capace di costruire mine, ma anche di impegnarsi nello sminamento. E’ un bombardamento violento della coscienza e nello stesso tempo una interrogazione ineludibile. Una disumanizzazione tecnologica, ma nello stesso tempo una chance per un nuovo umanesimo, un umanesimo dell’altro uomo (Lévinas).

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Lavinia Garulli


Mine Man. Videoinstallazione multimediale di Elastic, gruppo di ricerca artistica, per Intersos, associazione umanitaria.
Roma, Piazza del Popolo, Sabato 24 novembre 2001, dalle ore 11 alle ore 19.
In occasione della “Prima giornata dell’Aiuto Umanitario” promossa da Intersos, con il patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio.

Elastic, gruppo di ricerca artistica italo-iberico, è composto da Alexandro Ladaga (Roma, videoartista e filosofo), Silvia Manteiga (Santiago de Compostela, Spagna, esperta di arte elettronica e filologa), e Fabio Iaquone (Roma, videoartista e esperto di tecnologie multimediali).
Info: elastic@katamail.com
Ambientazione sonora di Pasquale Catalano.


[exibart]

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