Fino al 22 settembre, a Trieste, il Magazzino delle Idee ospita,la prima volta in Italia, “Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double”, mostra a cura di Anne Morin, realizzata e organizzata dall’Ente per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con diChroma photography, John Maloof Collection e Howard Greenberg Gallery di New York.
70 autoritratti, di cui 59 in bianco e nero e 11 a colori mai esposti prima in Italia, ripercorrono la storia di Maier, una delle fotografe più influenti della storia che per tutta la vita non si è mai considerata tale, rimanendo nell’anonimato fino al 2007, anno in cui il suo sterminato archivio fotografico venne alla luce. Maier lavorò per oltre quarant’anni come bambinaia, fotografando costantemente nel corso della sua vita persone, oggetti, paesaggi, e tutto ciò che la colpiva nella sua quotidianità, prima a New York e poi a Chicago, ignara del fatto che sarebbe diventata un’icona della storia della fotografia: “Ciò che sorprende nella storia di Vivian Maier – ha affermato la curatrice, Anne Morin, – è come questa donna da una parte accetti la sua condizione di bambinaia e, allo stesso tempo, trovi invece la sua libertà nell’essere qualcun altro, la fotografa di strada Vivian Maier; questo dualismo, generato dallo scontro tra le due anime, ha dato vita a una vicenda senza paragoni nella storia della fotografia, che in questa mostra viene raccontata per la prima volta in Italia attraverso i ritratti dell’autrice”. Oltre ad alcune immagini a colori inedite, realizzate con una Leica agli inizi degli anni Settanta, in mostra anche una serie di filmati in super 8mm, girati dalla stessa Meier. “Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double”, vuole raccontare la storia straordinaria di una donna che, catturando l’attimo, ha raccontato la bellezza dell’ordinario.
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