Categorie: altrecittà

Artissima connection |

di - 24 Settembre 2004

Si sa, le critiche non piacciono a nessuno. E per una testata come Exibart, in cui le critiche abbondano, son dolori quotidiani. Telefonate di critici lamentosi, artisti esasperati, galleristi bestemmianti, istituzioni offese, pubblicità inspiegabilmente negate e molto altro. Tra rabbia –nel constatare il livello di immaturità del settore in cui operiamo- e divertimento, abbiamo sempre tirato dritto. Sarà testardaggine, sarà coraggio. E sarà pure per l’atavica convinzione che il nostro mestiere sia quello di fare informazione, non quello di fare contenti amici e conoscenti. E per consapevolezza di essere, ahinoi, l’unica struttura editoriale del paese che mette fuori il capo dalla melassa asettica e remissiva di chi informa sull’arte e il suo mondo.

Ma, proprio in questi giorni, una piccola grande evoluzione ha interessato questo aspetto della nostra vita professionale. Alle lamentele continue ed alle parolacce un altro elemento si è aggiunto inedito: la cacciata, l’epurazione, il repulisti, la censura. Vogliamo raccontarlo, perché un poco riguarda e coinvolge anche voi. Limitando le vostre opportunità, le vostre chance di conoscenza, la qualità del servizio a voi offerto.

Che è successo? E’ successo che la torinese Artissima, fiera d’arte contemporanea che si avvia all’undicesima edizione (prevista a Novembre 2004 al Lingotto), se l’è così presa per le critiche che le abbiamo rivolto in occasione della scorsa edizione da legarsela silenziosamente al dito sino ad oggi. Una testata di settore osa criticare la fiera? La soluzione, secondo la direzione, non può essere che una: Exibart la deve pagare, dopo anni di collaborazione non deve più avere il suo posto, ormai istituzionale, tra gli espositori editoriale della fiera. “Non siete tra le testate invitate” ci è stato risposto dagli organizzatori. Dunque Exibart deve pagare. Qual è la colpa? Semplice: aver fatto il proprio lavoro. Ovvero aver fatto informazione. Addirittura –ed è imperdonabile- aver fatto del giornalismo. Aver sottolineato gli scarsi risultati e le troppe pecche della scorsa edizione di Artissima, non facendo altro che riportare le critiche che grandinavano sulla fiera durante il suo svolgimento, nelle riunioni degli addetti ai lavori, tra gli stand, durante le cene, le feste, le inaugurazioni. Dovunque.

Ma facciamo un po’ di storia. Il nove novembre del 2003 Artissima chiude i battenti tra la delusione generale. Il giorno successivo Exibart pubblica questo piccolo articolo in cui prontamente si dava conto dei guai della fiera appena conclusa. Galleristi infuriati per la penuria di collezionisti, una cena di gala che diventa un pasto frugale (a 80€ a persona!), la presenza non gradita di un ospite relativamente costoso (ma inutile ai fini mercantili di una fiera) come Umberto Smaila. Per non parlare dei disagi per i visitatori. Tra biglietterie non funzionanti, file interminabili, guardaroba ‘esauriti’ e segnaletica surreale. Al piccolo articolo del 10 novembre seguì tre giorni dopo il più organico testo inequivocabilmente intitolato Artissima amarissima (eccolo qui). Una recensione completa dove si rincarava la dose sui difetti, troppo evidenti per esser taciuti e per non risultare addirittura protagonisti principali della manifestazione. Scarse vendite, assenze di peso tra le gallerie, ben 10mila visitatori in meno rispetto al 2002, organizzazione scadente, concorrenza di nuove fiere internazionali, una probabile lettera formale di protesta da parte di alcune gallerie e quant’altro.

Ripetiamo, dunque: abbiamo semplicemente fatto i giornalisti, i cronisti di un evento. Abbiamo fatto il lavoro che facciamo da anni, a vantaggio esclusivo delle nostre migliaia di lettori, con l’unica colpa di essere gli unici in assoluto a farlo con puntiglio, professionalità e indipendenza. Senza manfrine, marchette, favoritismi e clientele.

Decidendo di escluderci dalla manifestazione solo per averne criticato un’edizione (tra l’altro sono presenti ad oggi su Exibart ben 91 articoli che parlano di Artissima, di cui il 95% sono positivi elogi), la direzione di Artissima compie una serie di azioni che meritano una trattazione schematica:
1) dimostra, punendoci, che le critiche erano non corrette, ma correttissime, tanto da scatenare la più banale delle zappe sui piedi; 2) getta molti dubbi sui criteri di selezione degli espositori. Se la selezione si basasse esclusivamente sulla qualità, infatti, Exibart non potrebbe essere escluso; 3) dimostra un sostanziale disinteresse verso il pubblico, soprattutto verso quel pubblico che paga il biglietto. I visitatori infatti –se tanto ci dà tanto- non troveranno i migliori espositori, ma solo quelli meno antipatici alla direzione; 4) dà un segnale inquietante agli altri espositori editoriali presenti in fiera: non vi azzardate a criticarci altrimenti siete fuori; 5) dà un’indicazione sinistra –seppure ormai risaputa- a tutto l’universo dell’informazione artistica: chi fa giornalismo vero è un folle e va epurato, chi propone articoli pilotati, asettici, privi della minima verve critica è il benvenuto. Insomma chi fa il proprio lavoro seriamente e seguendo una imprescindibile deontologia è da eliminare, chi lo fa per finta è dei nostri.
Ma soprattutto la direzione di Artissima avalla e conferma un sentore antipatico e diffuso. Che –a causa di tali atteggiamenti ultraprovinciali- delinea Torino come città delle occasioni mancate, del masochismo, della zappa sui piedi appunto. E questa è la cosa peggiore. Quella che ci fa maggior dispiacere e tristezza. Ed ecco perché chiediamo un intervento (di qualsiasi tipo purché sia una presa di distanza) degli enti locali che con ingenti finanziamenti pubblici sostengono Artissima e che dopo il fallimento della società di gestione ne detengono, tramite la Fondazione Torino Musei, addirittura la proprietà.

Vi sentite rappresentati da atteggiamenti di questa risma? Credete davvero che una fiera internazionale pagata in gran parte con i denari dei cittadini piemontesi debba operare con la logica del dispettuccio e della ripiccuccia? Trovate corretto che la fiera d’arte di Torino si privi di una delle riviste più popolari e diffuse solo perché quest’ultima ha fatto uscire –a ragione- degli articoli non favorevoli? Ritenete, in definitiva, professionale il comportamento della direzione di Artissima nella persona di Roberto Casiraghi?
Queste sono le domande cui aspettiamo risposta da parte del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte e della Fondazione Torino Musei.

massimiliano tonelli



Ad ogni buon conto i nostri lettori ed i nostri clienti non hanno niente da temere: con o senza spazio in fiera Exibart.onpaper 18 -il numero è già in fase di avanzata preparazione- sarà super presente nei giorni della fiera a Torino. Ad ogni inaugurazione, in distribuzione fuori dalla fiera, nei bar, nei locali giusti di Torino, negli alberghi dove alloggia il popolo dell’arte ecc…

[exibart]

Visualizza commenti

  • Caro Eric,
    "buttare fuori da Exibart" Artissima, semplicemente perché ha assuto questo comportamento allucinante non sarebbe da noi. Abbiamo già negli scorsi giorni dato informazioni sulle gallerie new entries, sui vincitori degli spazi per le piccole personali ecc. Insomma stiamo continuando a 'coprire' con regolarità le informazioni sulla prossima edizione della fiera. E la manifestazione avrà, come ogni anno, una recensione ragionata. Che sarà buona se la fiera sarà di qualità, come sinceramente speriamo per il bene di tutti (fuorché nostro, visto che non ci saremo), o sarà una stroncatura se la kermesse ripeterà gli errori della passata edizione. Non per niente abbiamo il più autorevole (e temuto) giornalista 'fierista' del paese, Alfredo Sigolo, che -strategicamente parlando- sta ad una testata artistica come un eccellente vaticanista sta ad un tg o ad un grande quotidiano nazionale...

    Censurare a livello informativo qualcuno solo perché ci ha fatto un torto significherebbe scendere ad un livello che non ci si confà. Su Exibart trovano spazio, da sempre, i miei peggiori nemici. Sull'attuale numero di Exibart.onpaper sono citati in bellavista dei colleghi cui, personalemente e professionalmente, augurerei il peggio considerando i torti che mi hanno fatto. Ma questa è l'informazione. Non per rispetto a questi ultimi, ma per rispetto ai lettori che si meritano un'informazione trasparente. E per rispetto dell'editore che mi ha dato l'incarico di fare del giornalismo, non di compiacere i miei amici e di punire i miei nemici.

    Rispondere ai mafiosi con un atteggiamento da mafiosi è la peggior scelta che si possa compiere. Una trappola in cui non cadremo mai.

  • Mi dispiace molto, ma mi fate schifo. Io quest'anno la fiera la diserto. Pagare centinaia di euro di albergo e biglietto d'aereo per questo??

  • RAGIONEVOLI DUBBI
    Mi permetto di esprimere i miei dubbi sull'articolo riguardante ARTISSIMA.Ho trovato la scorsa edizione fresca ed entusiasmante come sempre, benchè forse un po' penalizzata dalla collocazione...ma certi problemi organizzativi sono comprensibili,visto il"trasloco"forzato.Mi spiace per la vostra mancata partecipazione alla fiera di quest'anno,il vostro stand ci mancherà...La presunta motivazione dell’esclusione comunque ha dell’incredibile;mi piacerebbe sentire anche la versione degli organizzatori!
    Non credo però che il rancore determinato dall'esclusione sia una ragione valida per denigrare un evento così prestigioso per la nostra città,avvalendosi poi di dati che,come visitatore,non ritengo di alcuna rilevanza(argomenti al limite del gossip come il costo della cena di gala o la scelta dell’intrattenitore).I parametri qualitativi sulla cui base valutare una fiera mi sembrano altri …
    Come torinese appassionato di arte contemporanea sono orgoglioso di avere in città una fiera che ogni anno le dà visibilità internazionale e ci aggiorna sulle ultime tendenze.Oltretutto Artissima è unica nel suo genere in Italia;per questo penso sia necessario supportarla. A ciascuno resta la libertà di fare delle critiche,ma che siano almeno costruttive!

  • Credo che valga sempre la pena essere e restare duri e puri.
    Non per questione di professionalità o serietà, ma per questione di semplice dignità umana...il cui significato purtroppo sfugge ai più!
    Che dire: Complimenti!
    Silvia

  • Caro Direttore,
    Serafini è certamente, come nel suo carattere, viscerale ma esprime un sentimento popolare comune: ribellarsi al soppruso.
    Anche quanto sta accadendo ad Exibart è indicativo di un restringimento degli spazi di libertà di espressione.Sempre più condizionati negli ultimi tempi.
    Il basso si adegua all'ALTO.
    Si fanno tacere le voci di Biagi, Santoro ecc.;
    perchè se LUI può io no? e ZAC VIA EXIBART.
    Impari solo a pubblicare veline e se farà ulteriori grosse stroncature :ancora in castigo, nell'angolo con le mani sul volto e.... che si vergogni!!!!
    Personalmente penso che sia molto ma molto difficile mettere in castigo chi lavora e vive in e con internet.
    Non è strano che in questo dibattito nessuna delle altre tante,belle,interessanti e patinate testate giornalistiche(ma pochissimo presenti in internet) di settore sia intervenuta?
    Siete veramente così antipatici? e fastidiosi?
    E che dire dei tanti critici d'arte, che spessissimo intervengono e leggiamo nei vostri forum, che ora tacciono?
    Domande
    Domande
    Domande

  • mi domando solamente che tipo di gente visita Artissima? o quantaltre kermesses di questo tipo?

    Famigliole con i bambini forse, tanto per celebrare un giorno fuori casa?

    Artisti in cerca di contatti e celebrità VIP?

    Critici e Galleristi?

    Solo curiosoni tanto per passare il tempo?

    Giornalisti in cerca di scoops?

    Insomma, personalmente mi perderei in un posto del genere. In genere, quando voglio gustarmi l'arte, preferisco visitare luoghi con meno confusione e dove l'entrata sia aperta gratuitamente al pubblico, tipo le gallerie private.
    saluti

  • Ciao Massimiliano,
    abbiamo letto l'affaire Artissima e ci dispiace per Exibart.
    Ma, come si dice? "Mal comune, mezzo gaudio!" Anche PiziArte è stata esclusa
    dalle New Entries... Anche noi eravamo cadute nel tranello della sollecitazione
    "come mai non ci è ancora pervenuta la vostra domanda?", e anche noi abbiamo fatto il nostro bel pagamento a fine aprile per ricevere il 31 luglio la nostra somma decurtata delle loro spese (abbiamo pagato 1000, ci hanno
    restituito 880, fai tu il conto degli interessi che hanno maturato da maggio a luglio...e moltiplicalo per tutti coloro che hanno fatto domanda).
    Quando ci è arrivata la mail, lì per lì ci siamo rimaste male. Non era
    nostra intenzione partecipare ad Artissima, una fiera secondo noi troppo "grande" per una galleria che non aveva ancora 6 mesi di vita. Però eravamo state chiamate... che fare? Vabbè dai, proviamo! E invece... volevano solo i
    nostri pochi soldi.
    Si imparano tante cose comunque... e meglio che ci sia capitato ora, almeno sappiamo che non dobbiamo fidarci MAI di nessuno ma solo del nostro istinto.
    Il caro Dott. Casiraghi ha ricevuto una nostra mail di risposta alla loro ma ha visto bene di non controbattere...
    E noi andiamo avanti ancora più convinte ^__^ e continuiamo con le piccole e simpatiche fiere di nicchia negli hotels, dove tutti si prendono meno sul serio, e lavorare è anche divertirsi.
    Un abbraccio
    Manuela e Patrizia Cucinella

    P.S. Anche le formiche nel loro piccolo si inc....no

  • Caro Tonelli,,artissima è tutt'altro che purissima e levissima ed exibart per fortuna racconta tutto e nel far questo ogni tanto ci si procura delle escoriazioni.I costi per visitare artissima sono più alti rispetto ad andarsene a londra il 15 ott... a proposito a chi interessa...a londra c'è un hotel in zona non periferica dove ogni cosa è usa e getta e costa 19 sterline a notte...

  • "...Attualmente la piazza newyorkese è ovviamente più attraente per l'investitore dell'area euro. Per il caso specifico dell'acquerello, bisognerebbe saperne q.sa di più..."

    Beh...dell'acquarello acqua passata, ma nello stand accanto (di Frieze 2003) per un bel micetto pelosetto bianco dipinto ad olio da Martin Eder, chiedevano la bella cifra di undici-mila EURO che non era pochino, il link della galleria che lo presentava lo collego qui per il caro ALF...ALF: woof...woof!

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