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Fino al 22. IX. 2017 | Giovanni Anselmo – Lothar Baumgarten – Haim Steinbach | Galleria Vistamare, Pescara

di - 13 Settembre 2017
La fine sensibilità di Benedetta Spalletti, anima della galleria d’arte Vistamare di Pescara, ci permette di accostarci al lavoro di tre maestri che hanno contribuito non poco a disegnare il panorama artistico delle avanguardie internazionali: Giovanni Anselmo, Lothar Baumganten e Haim Steinbach. La mostra, sapientemente allestita si svolge, lungo tutto il percorso, nell’essenziale valorizzazione delle narrazioni dei singoli autori.
Sicuramente non troveremmo interessante indagare l’opera di Giovanni Anselmo, qualora pensassimo di poter costruire il nostro vissuto senza prendere atto dei rapporti che regolano i processi di sviluppo del pensiero maturabili anche attraverso l’azione di forze contrapposte, generate dell’accostamento di più elementi in antitesi tra loro. Artista tra i massimi esponenti dell’Arte Povera, in tutto il suo lavoro non è venuta mai meno quell’adesione ai fondamentali dettati da una natura che stabilisce e regola energie ed equilibri essenziali che gli hanno permesso l’edificazione del tangibile e del non tangibile. Ardite relazioni che fanno del Senza titolo del 1984, (blocchi di pietra, tela e cavo d’acciaio) una lezione di collaudati equilibri compositivi dalle insospettate leggerezze, un complesso rapporto di attinenze tra il pensiero, le emozioni e il loro svolgersi. I lavori, evocatori di vibrazioni sommesse ma rilevabili, rinsaldano lo stretto legame che unisce l’uomo alla concretezza della materia e della sua applicabilità. Qualunque essa sia, va avvicinata e ascoltata, per poi farla propria compagna di viaggio. L’accesso è libero ma a condizione di rispettarne i dogmi. Non ci resta quindi che utilizzare i cinque blocchi di pietra sparsi nella stanza come postazioni sensoriali e poi, come titola l’artista, Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più (2001 – 2017) salire.
Giovanni Anselmo, Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più, 2001 – 2017
Il tracciato concettuale che Lothar Baumgarten propone in parallelo si sviluppa su piani d’indagine stratificati. Relaziona i sistemi del pensiero, la relativa rappresentazione e le modalità costruttive della percezione occidentale con altre culture. Il suo interesse per le fragili comunità indigene delle Americhe e il loro habitat lo porta a indagarne i cambiamenti evidenziabili, dettati da una cultura etnocentrista europea. Egemonie e arroganze intellettuali, interessi politici, commerciali sono la causa d’inevitabili trasformazioni. Modificazioni strutturali che sostituiscono o azzerano conoscenze, ordinamenti sociali e linguaggi. Il suo lavoro ricompone geografie etniche e territoriali destinate a scomparire o già estinte. Quello che è, forse non è già più. Il concetto indagato dall’artista in tutte le latitudini, mette in luce, attraverso lo scorrere del tempo, la deteriorabilità della memoria e le modificazioni nella totalità di ogni espressione. La configurazione del vivere sociale, rappresentato da Shapono del 1985, decorazione e mappa di un microcosmo, riassumibile in un disegno circolare su parete di quasi tre metri di diametro, ridefinisce l’assetto di un villaggio. Parole, simboli, percorsi, rimbalzano nello spazio espositivo, senza più voce. Ricostruzione e testimonianza di un ordine collettivo, il disegno dal sapore mistico-esoterico, come pure la scultura [Arché]_ (ark) modello di casa (legno, piume, piastre di ceramica e rami 1969 – 2016), diventano un affresco in cui il colore preponderante, dal sapore amaro, è assimilabile a brutalizzazioni fisiche e culturali consumate in assenza di coscienza.
Il cerchio si chiude con i sofisticati lavori di Haim Steinbach, artista teorico dei linguaggi degli oggetti. Nel ricollocarli in strutture a lui congeniali e relazionandoli con diversi elementi, ne sovverte l’iniziale vocazione e ne riformula la comunicazione. I codici identificativi così riespressi rivelano nuove valenze che sondano i confini legati all’identità di genere, di forma e di contenuto. Riuscendo a ristabilirne altri, li visualizza ex novo. Nell’allestimento pescarese, il colore assume valore strutturale, sia si parli di una scatola metallica colorata, contenitore posto all’interno di un altro contenitore, opera senza titolo 2016 (pantone 672 c), sia di campitura di colore su parete, ispirata dal trionfo della morte di G. D’annunzio, a mist, slightly tinted with violet, paled the distant coasts, opera del 2017. Il confine tra architettura dell’oggetto e struttura architettonica così campita, che assume essa stessa valenza di oggetto, si ridisegna a prescindere dalle dimensioni e con esso si riconfigurano la percezione spaziale e il rapporto dimensionale percepibile. Il contenitore architettonico e il manufatto, in esso posto o accostato e in ogni caso, nelle nuove accertabilità, diventano entrambi, contemporaneamente, architettura e oggetto d’arte.
Mariano Cipollini
mostra visitata il 6 luglio
Dal 7 luglio al 22 settembre 2017
Giovanni Anselmo – Lothar Baumgarten – Haim Steinbach
Galleria Vistamare
Largo dei Frentani 13, 65127 Pescara
Orari: dal martedì al venerdì 10.00/13.00 e 16.30/19.30; lunedì 10.00/13.00
Info: tel. 085694570 / www.vistamare.com

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