Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839-1906) e Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 1841 – Cagnes-sur-mer, 1919): in mostra con solo trentadue opere. Diversamente delle centinaia di solito proposte dalle esposizioni-evento, che alternano lavori di qualità e proposte di minor valore e spesso inducono a credere che l’Impressionismo abbia solo prodotto opere di facile lettura, attraenti per l’insieme di luci e di colori.
L’Impressionismo contiene invece molto di più: una complessa matrice culturale e una molteplicità di idee, capaci di influenzare tutta la pittura successiva. Bergamo sceglie come protagonisti Cézanne e Renoir, li mette a confronto e li propone come due dei ‘padri fondatori’ della modernità. La scelta non è casuale: tutte le opere in mostra provengono dalla collezione di Paul Guillaume (ora proprietà del parigino Musée de l’Orangerie) collezionista e mercante d’arte, punto di riferimento della vita artistica di Parigi nel primo Novecento. Nella sua raccolta (soprattutto pittura del primo Novecento: Matisse, Picasso, Modigliani, Derain) Renoir e Cézanne erano i soli impressionisti storici presenti; nelle loro opere tarde Guillaume aveva intuito due interpretazioni della pittura ricche di potenzi
Le tele esposte appartengono alla maturità dei due artisti (gli anni Settanta e successivi per Cézanne, la fine del secolo per Renoir). Superata la pittura di impressione -che Cézanne non ha mai adottato fino in fondo- hanno elaborato una personale cifra stilistica; l’uno, Cézanne, nel segno del rigore geometrico, alla ricerca della struttura delle cose “fino alla scomposizione in forme solide” (Valagussa); l’altro affascinato dalle potenzialità del colore e dalla bellezza classica di Raffaello e Ingres.
Il percorso espositivo va subito alle conclusioni e evidenzia il ruolo che i due artisti ebbero per gli sviluppi successivi. La prima sala propone il confronto tra una natura morta di Cézanne ed una di Picasso del periodo cubista e tra le figure femminili di Renoir e Donne sul sofà di Matisse.
Il ritorno all’ordine avviato da Cézanne che rifiuta la transitorietà dell’impressione e l’apparenza superficiale delle cose restituendo solidità alla realtà è il punto di partenza per le ricerche dei cubisti, ispirati dalla scomposizione geometrica e dalle prospettive policentriche sperimentate dal pittore di Aix. Più forzata l’interpretazione che vede in Renoir un precedente per Matisse. Il soggetto di Donne sul sofà si ispirerebbe ai ritratti femminili in un interno di Renoir (è affiancato a Ragazze al piano), dai suoi colori vibranti deriverebbe il colore mediterraneo e solare di Matisse.
Si prosegue con un confronto tra coppie di dipinti nei quali Renoir e Cézanne affrontano gli stessi temi: paesaggio, figura, natura morta. Uno accanto all’altro Bouquet di rose di Renoir e Pommes et biscuits di Cézanne. Nel primo il colore
La seconda parte del percorso dedica a ciascuno dei due artisti due sale che espongono le opere in ordine cronologico; nature morte e paesaggi per Cézanne, morbide figure femminili e mazzi di fiori per Renoir. Lo spettatore ha la possibilità di verificare quanto diverse siano le loro concezioni artistiche. Intuitiva e immediata la pittura di Renoir, complessa e studiata quella di Cézanne; l’uno cerca l’armonia dei colori, per l’altro l’armonia è una combinazione di forme geometriche. Un unico (possibile) punto di tangenza: la ricerca di una nuova classicità.
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