Anni fa un cantautore italiano celebrava il primato dei “nostri” rifiuti sulle pietre preziose sostenendo che “
dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Chissà cosa penserebbe oggi Fabrizio De Andrè dei lavori di
Andrea Francolino (Bari, 1979, vive a Milano) che sceglie di riciclare le confezioni di prodotti di largo consumo – per esempio detersivi, saponi liquidi, cose da mangiare – per raccontarci la sua poetica visione di un mondo liberato dalle cupe leggi della società consumistica. In un’inconscia riedizione del pensiero di Nietzsche – secondo cui solo le menti artistiche sono capaci
“non di vedere per primi qualcosa di nuovo, bensì di vedere come nuovo l’antico, ciò che da tutti è visto e trascurato” – Francolino ripulisce qualsiasi bene dalla sua “aurea sacra” di oggetto commerciabile e ne reinventa la funzione, facendolo diventare un potentissimo veicolo di comunicazione per una serie di nuovi messaggi: con un’operazione pittorica suggestiva – usa il catrame per svecchiarli, la resina per contenerne i colori –  ne sfrutta la formidabile reperibilità e riconoscibilità , elevando la sua critica nei confronti del sistema e della sua logorroica produzione di spazzatura – lo “spamming” del titolo – nel tentativo di “sconfiggerne” il consumismo utilizzando le
sue stesse armi, opponendo cioè a questo una “smitizzazione” (la definizione è sua) delle icone moderne. Così i massimi ideologi del socialismo reale diventano i protagonisti un po’ folkoristici dell’etichetta del Campari Rosso: Marx, Lenin e compagni vari si versano soddisfatti un bicchierino di aperitivo, uniti dalla comune voglia di soddisfare la propria Red Passion. E’ un’evidente gioco di parole, riproposto nel lavoro
I have a drink, dove su delle bottiglie di Martini appare Martin Luther King intento a prepararsi un cocktail. Sembra un’operazione solamente irriverente, in realtà è un’altra astuta mossa di Francolino per raccontarci quanto diaboliche siano le vie del successo per un bene di consumo di massa. Ecco allora che noti boss mafiosi campeggiano su altrettante grandi scatole di un noto formaggio francese nel trittico
President: sdoganati dalle loro terrificanti storie di terrore e sangue diventano qui testimoni – anzi, testimonial – di una degenerazione della società . Non è certo uno che si risparmia prese di posizione il nostro Andrea Francolino e dunque, accanto ad una stravagante installazione fatta di cestini dell’immondizia e confezioni di detersivo rielaborate – la serie
Omo, dedicata alle icone omosessuali del mondo dell’arte – lo spettatore può stupirsi di fronte a
Oral Bill ed
Ex Dur, due lavori che raccontano il difficile rapporto fra politica e scandali sessuali; a spiegare le potenzialità di un filo interdentale viene messo l’ex presidente americano Clinton, mentre il nostro premier celebra le virtù di un improbabile preservativo.
Ora come ora, possiamo non tenere conto di questi incredibili “sconsigli” per l’acquisto?