Lucien Clergue (Arles, 1934) torna in Italia con una nuova serie di fotografie, dedicate questa volta ad una sola modella: Agnes Fontana. Raggiunta una certa notorietà nel 1954, grazie a cinquanta ritratti d’attori nel ruolo di Giulio Cesare, Clergue si conquista la fama internazionale due anni dopo, nel 1956, con la serie Nus de la mer, nella quale indaga una nuova concezione di corporeità. I suoi nudi lasciano libero corso all’eros, rompendo definitivamente con il nudo prude degli anni Cinquanta. Corpi sinuosi toccati dall’acqua e dalla luce, accarezzati da deboli ombre e luminosi riflessi: il risultato è sensuale, elegante, al tempo stesso accattivante. Sembra quasi un tentativo di fondere donna e natura, così come fece Klimt, immaginando corpi femminili trasportati dal movimento delle onde. Nell’opera di Clergue però la seduzione è tutt’altro che diabolica, ben lontana da una certa licenziosa volgarità oggi tanto di moda. Al contrario, la modella Agn
Il tema della passione si ritrova anche nei lavori successivi, dedicati ai temi della corrida e del paesaggio. Emblematico il suo incontro con Picasso e con la terra spagnola, che avverrà qualche anno più tardi, nel ’60, quando nasceranno le Tauromachie. Picasso gli trasmette l’energia, la trasposizione poetica, l’accento virile e ardente che lo dominano. Ancora una volta, la vita è colta nel suo fluire e pulsare.
Nel 1970 istituisce i Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, tuttora tra le rassegne di fotografia più importanti d’Europa, di cui né sarà il direttore artistico per ben venticinque anni. Nel ’79 riceve il titolo del Cavaliere dell’ordine al merito nazionale e la laurea honoris causa in fotografia.
valentina rapino
mostra visitata l’11 giugno 2005
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