Categorie: altrecittà

fino al 5.XI.2011 | Women White | Milano, Fabbri Contemporary Art

di - 18 Ottobre 2011
Sedici artiste interpretano un tema, quello del bianco, che appare, tra le pareti di Fabbri Contemporary Art, un’inguaribile necessità. “Il bianco che vogliamo è quello che anima il nostro bisogno di assoluto” così descrive il sintomo Federico Sardella, curatore della mostra insieme alla gallerista Renata Fabbri.  Abbiamo incontrato questo tema nell’arte dell’ultimo cinquantennio, per non dire dell’ultimo secolo, sviluppato nei più disparati modi. Fa quindi ancora più effetto rendersi conto, passeggiando tra le opere in mostra, di quanto ancora si possa dire a riguardo, come possa porsi come ragionamento sempre attuale perché assoluto.  È degna di nota la selezione operata dai due curatori riguardo la scelta delle artiste. La diversità (anagrafica, biografica) le accomuna. Giovani e veterane dell’arte si confrontano, e il risultato complessivo risuona come una delicata poesia. Mariella Ghirardani fa incontrare le sue bianche forme, forme che si contemplano, grazie all’uso di uno specchio saggiamente applicato tra una scultura e l’altra. Luisa Protti crea forme sospese e apparentemente leggere, forme pop-corn, forme spugnose, forme che mancano di significante cui si può donare qualsiasi significato. Maria Elisabetta Novello parla attraverso la cenere, cenere utilizzata come medium per creare forme di delicata bellezza; merletti che celano silenzio ed ombra, incredibilmente minuziosi nell’esecuzione.

Un cornicione di pane bianco, un ornamento dal sapore barocco decora lo spazio sottostante creato da Arianna Giorgi. Emanuela Fiorelli disegna con fili elastici uno spazio tridimensionale ed irreale, lo spazio dell’opera che si apre nel vero senso della parola dinnanzi allo spettatore facendo emergere un’immagine fotografica che non è più tale ma vive attraverso lo spazio che l’opera crea. Grazia Varisco, accanto, ragiona invece sul vuoto, un silenzio che genera uno spazio dilatato e dilatabile. Un vuoto che racconta, crea e definisce lo spazio “per la mente, una grande senza, una provvisoria assenza, un’importante, irrinunciabile vacanza”.  Antonella Zazzera e Luisa Elia propongono sculture piene e vuote allo stesso tempo, sculture che vivono della e nella loro ombra, in bilico tra la costrizione della forma e la sua liberazione spregiudicata.  Infine un dipinto, di Nataly Mayer, “un piccolo pezzo di tempo immagazzinato”, il bisogno di un’artista di confrontarsi con un mezzo d’espressione sempre attuale qual è la pittura.

La mostra si rivela interessante perché eterogenea, passeggiando tra le sale ci si sente avvolti da un muto dialogo instaurato tra le opere, che si guardano, si confrontano e talvolta si confondono.  La Forma è la vera protagonista, declinazione di idee e cristallizzazione di concetti, forme essenziali come il colore che le denota, forme che vivono e dialogano nello spazio, forme che interrogano e si interrogano, creando una dialettica in cui il gioco tra le parti, muto e sottile, diviene sfondo in cui lo spettatore si sente incredibilmente protagonista.

jessica murano
mostra visitata il 17 settembre 2011

15 settembre – 5 novembre 2011
Women White – La dimensione dell’infinibilità
a cura di Federico Sardella
Fabbri Contemporary Art
Via Stoppani 15c 20129 Milano
orari di apertura: tutti giorni dalle 15,30 alle 19,30
alla mattina su appuntamento. Domenica e Lunedì chiuso
Fax: +39 02 91477463; Cellulare: +39 3487474286
Email:
info@fabbricontemporaryart.it; Website: www.fabbricontemporaryart.it

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