Categorie: altrecittà

Fino all’8.V.2011 | Giovanni Ozzola | Naufragio | Ex Chiesa del Suffragio Centro Arti Visive Pescheria Pesaro

di - 28 Marzo 2011

Il grande utero bianco dello spazio espositivo, è oscurato. A catturare subito lo sguardo, è un video, proiettato  nella dimensione ovattata dell’ambiente, in cui pare di sentirsi soli, anche in compagnia. Una serranda in acciaio, si abbassa, poi si alza, lentamente, per regalarci la bellezza dell’azzurro: dove il mare luccica e tira forte il vento.

Il  mare baciato dal sole, il ritmo carezzevole delle onde, che vanno incontro all’orizzonte. Suggestiva visione, atmosfera che diviene motivo e preludio verso il nuovo, verso il futuro. È il terzo ed ultimo “quadro” di un percorso dal carattere dialettico, che  mira al superamento di una fase negativa. Un video, come  frontiera, passaggio oltre il limite, metafora di possibilità che possono attuarsi, secondo un concetto di kirkegardiana memoria. Garage, sometimes you can see much more, è il titolo dell’opera, un omaggio al dipinto Room by the sea, di Edward Hopper. L’idea del Naufragio, parola evocatrice, che dà il titolo alla mostra, nasce pensando ad un momento di crisi, intesa come passaggio per andare verso la meta e costruire, magari, un nuovo percorso. Dal naufragio verso la rinascita, tre  passaggi per un solo racconto, quello di Giovanni Ozzola, (Firenze 1982, vive e lavora a Prato), vincitore del Talent Prize edizione 2010, giovane autore che privilegia il linguaggio della fotografia e si concentra sull’aspetto della luce. Allora, aveva affrontato il tema del tramonto, con l’opera video,  intitolata Superficiale – under my skin, una raffinata ricerca sulla luce che passa attraverso la finestra dello studio dell’artista, metafora delle risposte alle sollecitazioni esterne, adattamento visivo rispetto a tutto ciò che ci circonda. Dice Ozzola, il naufragio fa emergere un dato diverso… e la paura di essere soli…sopravvivere al naufragio in senso fisico e simbolico, è una rinascita volontaria.

Al centro del grande spazio espositivo, tre grandi immagini fotografiche in una atmosfera notturna, un trittico che ci restituisce una superficie d’acqua, cerchi vibranti col riflesso della pioggia. Motivo ispiratore di questo lavoro, che l’autore identifica con il presente, è il concetto di Stimmung, pregnante espressione della lingua tedesca, ad indicare una sintonia tra l’io e il mondo circostante.  Un alone di luce, ancora, proviene dall’interno di una vecchia barca di pescatori: è una lunga scritta luminosa, in inglese. Parole tratte dal testo di una canzone del musicista Gil Scott Heron, considerato il padre del rap. La barca, da cui la mostra ha inizio, si presenta agli occhi del visitatore, come se, lui stesso, si trovasse su  una spiaggia sconosciuta. Colma di arbusti secchi, di legni in brandelli, è un relitto, che il tempo ha deteriorato: Simbolo per eccellenza del naufragio, della tempesta marina, della forza distruttrice delle onde, del vento, una barca che rimanda  al passato, come sostiene l’autore, riferimento ad un naufragio interiore che guarda a una meta da raggiungere, a  un ostacolo da superare. Nella vita, come nell’arte.

E subito riprende il viaggio come dopo un naufragio. Un superstite lupo di mare.


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Giovanni Ozzola – Naufragio 

a cura di Ludovico Pratesi

Centro arti visive Pescheria Pesaro, Corso XI Settembre 184 (61100), Italia 

tel +39 0721387651

fax +39 0721387652

Orari:  martedì al sabato  10,00-12,00     17,30-19,30

Catalogo Silvana Editoriale

Ingresso :free admittance

centroartivisive@comune.pesaro.ps.it

www.centroartivisivepescheria.it

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