Categorie: Architettura

architettura_opinioni | Cent’anni con Moretti

di - 1 Maggio 2008
Roma si concede al suo meglio nella luminosità del pomeriggio. Una temperatura che dagli anni ‘50 si accorda sui progetti di Luigi Moretti. Le sue architetture offriranno le sensazioni di un’intimità appartata e borghese attraverso l’eleganza socchiusa del Girasole di viale Bruno Buozzi, assieme a quelle di una consuetudine più popolare al vivere assieme espresse dal villino Astrea di via Jenner e in forma urbana dai quartieri del villaggio Olimpico, tra il Flaminio e i Parioli, e di Decima lungo la via Ostiense e dopo l’Eur.
L’obiettivo sovraesposto, da cinegiornale Luce, racconta di un modo luminoso più severo, che accentua le scansioni del Foro Mussolini e ci ricorda che Luigi Moretti fu giovanissimo architetto del principe. Progettista della Palazzina della GIL in viale Induno, della Casa delle armi ancora al Foro Mussolini. Vero capolavoro della città con la sua incredibile sala della scherma, intristito da un uso di decenni come tribunale. Moretti fascista e arrestato nel dopoguerra. Moretti oscurato dall’accademia. Non crediamo di nessun interesse muoversi ora su queste facili definizioni. Qui è questione di bellezza. Dalla redazione de I valori della modanatura del 1951 sulla sua “Spazio”, vale la pena soltanto seguire la presa della luce sulle sue superfici.
E infatti cerchiamo sponda a un estremo culturale di Luigi Moretti. “Fu sentimento antichissimo che gli dèi si lasciassero di tratto in tratto vedere dagli uomini”, scriveva nel 1815 Giacomo Leopardi, il più bel passo del saggio -ci ricorda Pier Paolo Pasolini nella introduzione al tema metafisico di Petrolio– è quello intitolato Del Meriggio e ha come oggetto l’ora stessa in cui “il sole sembra imbrunire per il calore”. Ed è in quest’ora che l’apparizione degli dèi è più terrificante e sublime. Ed eccoli questi demoni di pietra circolari da favola meridiana apparire sui tetti. Eccoli pesare. Negli edifici di piazzale Flaminio, nella palazzina San Maurizio a Monte Mario, nella sistemazione del complesso termale di Fiuggi, fino sul Watergate di Washington. Eccoli sospendere il tempo.

E poi la complessità di una vita e del lavoro a centinaia di progetti e realizzazioni, di relazioni e interessi non sintetizzabili se non attraverso due estremi: il procedere sempre parallelo all’arte contemporanea della sua ricerca fin dai tempi del primo studio da studente in via Panisperna e la sostanziale “invenzione” del termine “architettura parametrica”. Proprio in questi giorni, in occasione dell’ultima delle manifestazioni promosse dall’Archivio centrale dello Stato e coordinate da Luisa Montevecchi, veniva ricordato infatti il lavoro comune nell’ambito della ricerca operativa di Moretti con il matematico De Finetti. “De Finetti sempre proteso verso l’alto, Moretti calamitato verso la terra, dalla quale traeva la sua forza”, scrive Sergio Bertugli. È questa immagine ctonia che rivela la radice della potenza delle sue architetture, quando queste arrivano a esporsi al sole.

Torniamo allora a questo 1954 romano, in cui attori così distanti condividevano lo stesso sogno sensuale di concretezza, luce e spontaneità mediterranea. Pasolini, arrivata la sua “estate senza stipendio“, la sera scriveva agli amici: “Eppure in questo momento in cui ti scrivo, non so perché sono allegro. Domani è domenica, andrò a Ostia, mia madre di là mi sta preparando il mangiare, la finestra alle mie spalle è aperta sulla caldissima e antichissima notte di Rebibbia, e tutte le radio degli appuntati dei carabinieri strepitano con accenti atrocemente e dolcemente nostalgici. Quando della vita si è consumato tutto, resta ancora tutto”. E qualche settimana dopo: “Tu sapessi cosa è Roma! Tutta vizio e sole, croste e luce… Sono perduto qui in mezzo, ed è difficile per me e per gli altri ritrovarmi”.

Nelle stesse settimane, Luigi Moretti raccontava della prima delle case da lui realizzate a Santa Marinella, La Saracena: “Vi è come una memoria della Zisa di Palermo e delle case egee. Tutta la casa è come immersa in una atmosfera di sogno. La superficie di tutte le sue pareti è scabra come incastrata da secoli in un mare strano e luminoso. Vibra in ogni suo punto e quasi trema nell’aria”. E davvero pensiamo che questo edificio, la sua superficie e l’ombra delle linee che la segnano, i suoi ornamenti famosi, conservino una lezione impossibile a esaurirsi.

articoli correlati
Luigi Moretti all’Archivio Centrale dello Stato di Roma

luca diffuse

[exibart]

Visualizza commenti

  • ecco. questa mi pare una posizione coraggiosa e libera. sono sicuro che nessuno confonderà il secondo articolo su moretti da parte della vostra testata - in un momento di svolta a destra della politica romana - con un atto di facile piaggeria o di opportunismo. qui è sempre solo una questione culturale. e di bellezza.

    e bellissimo era il momento sui demoni meridiani. ed appropriato.

    emanuele stella

  • Ho conosciuto Moretti quando ero ragazzo e rimpiango la perduta occasione di lavorare nel suo studio. C'erano anche confluenze culturali molto forti... e fui io a disegnare la testata di Linea (o di Spazio? è passato tanto di quel tempo che non lo ricordo nemmeno più). Condivido quanto affermato nell'articolo di Diffuse. Nemmeno la politica e il giudizio (peraltro ambiguo) di Bruno Zevi hanno potuto diminuirne lo spessore architettonico e culturale.

  • Ho visitato due volte la mostra su Moretti che ho avuto il piacere di incontrare più volte grazie a mio padre. Sergio Bertuglia li ha ricordati insieme ed avrei piacere di poterlo contattare. Sto scrivendo sulla rivista Controluce una serie di articoli per ricordare entrambi,legati da profonda reciproca stima.

  • E' un piacere ricevere la sua attenzione Fulvia de Finetti. Ho partecipato al convegno conclusivo delle celebrazioni di Luigi Moretti quasi esclusivamente per ascoltare Antonella Greco e le poche frasi di Sergio Bertuglia e cercherò di metterLa incontatto con lui.

    Luca Diffuse / also available architecture

Articoli recenti

  • Mostre

Alice Neel. I am The Century, a Torino la sua prima retrospettiva italiana

Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…

7 Dicembre 2025 0:02
  • Mostre

Le mostre da non perdere a dicembre in tutta Italia

L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…

6 Dicembre 2025 21:00
  • Mostre

Milano riscopre Bice Lazzari con una grande mostra a Palazzo Citterio

Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…

6 Dicembre 2025 15:00
  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30