Un’idea senz’altro stravagante, questa di riesumare un progetto ormai centenario, che andrà ad incidere in modo estremamente significativo sullo storico skyline della Capitale. Una cupola dorata sui verdi crinali del Gianicolo, a pochi metri dal “cupolone”. Sembra strano sia davvero fattibile. Ma interessi diplomatici (e principi etici) sembrano poter smuovere ogni vincolo.
Il fatto: da più di un secolo i cristiani ortodossi romani si riuniscono in una sede inadeguata; finalmente, dopo la svolta politica del regime sovietico, si è rispolverata la volontà di progettare la Chiesa di Santa Caterina Martire, e, durante il viaggio di Igor Ivanov (esattamente un anno fa) si è tenuta, alla presenza di autorità russe ed italiane, la cerimonia di posa della prima pietra. Nello scorso dicembre poi il progetto ha compiuto un importante passo avanti nell’iter di approvazione in corso presso la Regione Lazio.
Le motivazioni che sostengono ufficialmente il progetto sono quelle della libertà di culto. I cavilli burocratici che lo renderebbero attuabile, in barba ad ogni regime vincolistico, sarebbero gli interessi nazionali nelle relazioni diplomatiche. Italia Nostra è insorta, ed in una nota si appella al principio dell’intangibilità delle ville storiche. Ma l’iter continua, ed il piano paesaggistico di Villa Piccolomini, sembra ormai aggirato.
Il risultato è che si prevede la costruzione di una cupola dorata, alta trenta metri e con fogge “ricche” alquanto insolite per Roma, in una posizione significativa sia perché amplificata dalla quota, sia perché di importante valore paesaggistico.
Attualmente dalla solare piazza berniniana, sagrato di San Pietro in Vaticano, l’occhio gode del coronamento dato al colonnato, oltre che dal cupolone, dall’equilibrio tra i bramanteschi edifici da un lato, e la rigogliosa pineta del Gianicolo dall’altro.
E’ questo il luogo dove sperimentare l’impatto di un nuovo edificio alquanto vistoso? La risposta potrebbe non essere necessariamente negativa. La storia è fatta di evoluzione, e la sperimentazione in architettura è sempre benvenuta. Magari, dopo lo smarrimento dell’impatto difficile, il tempo potrebbe anche insegnarci ad amare questo simbolo di cosmopolitismo e multiculturalità, una goccia d’oro nella massa verde del Gianicolo, una forma verticale che con la sua doratura riflette il firmamento celeste. Ma non sembra proprio che la sistemazione ipotizzata, con rampate di arcate, fontane e cappelle, prefiguri un inserimento delicato nel panorama.
Certo tra la Moschea di Portoghesi, (fortunatamente) defilata in una zona variamente edificata, ed il confrontarsi con il cupolone … il passo sembra un po’ repentino.
Marco Felici
[exibart]
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ma tutto questo oro andò lo piano?
Ciao Marco,
secondo me bisogna prendere in esame non solo la legittimità di costruire in quel luogo un nuovo edificio, ma anche la questione di che tipo di chiesa, qualora sarà permesso, sarà edificata. Se il progetto è all'insegna della pomposità dell'oro e di un ennessimo rigurgito classicistico, è da condannare a prescindere dalla sua collocazione, tanto più se dovrà "dialogare" con la cupola michelangiolesca. Tu sai qualcosa in più sulle caratteristiche del progetto?
Ciao, grazie per la segnalazione.
-Angelo.