Tadao Ando, Dubai Museum of Art - DUMA, render © Al-Futtaim Group
Se Doha e il Qatar stanno facendo passi da gigante nella corsa verso il primato culturale globale – per esempio, con la nuova super fiera Art Basel Qatar -, anche Dubai prova a rimanere in prima linea. E lo fa mostrando i muscoli. Dopo i grattacieli simbolo del lusso e della finanza, arriva anche il suo primo museo d’arte nazionale ufficiale, progettato dall’archistar giapponese Tadao Ando, già vincitore, tra gli innumerevoli riconoscimenti, del prestigiosissimo Pritzker Prize nel 1995.
Il Dubai Museum of Art – DUMA, voluto dall’Al-Futtaim Group con il sostegno di Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, sorgerà lungo il Khor Dubai, anche noto come Dubai Creek, un braccio di mare del Golfo Persico che si estende nell’entroterra della città per diversi chilometri.
Il progetto, svelato in questi giorni, prevede un edificio di cinque piani che emergerà da una piattaforma circolare lambita dalle acque del Khor Dubai. L’architettura, dalle superfici bianche e sinuose, rievoca le linee di una nave in attracco o di una perla incastonata nel mare, due simboli legati alla storia e all’identità di Dubai. La facciata, rivestita da pannelli lisci e punteggiata da aperture triangolari, rifletterà la luce mutevole del deserto, assorbendo i toni dorati del tramonto.
L’interno sarà organizzato intorno a un grande oculus centrale, che lascerà filtrare la luce naturale creando un’atmosfera rarefatta e contemplativa, cifra distintiva del linguaggio di Ando. I primi due livelli ospiteranno mostre di arte moderna e contemporanea, mentre i piani superiori accoglieranno un ristorante panoramico e un’area lounge affacciata sullo skyline di Dubai. Una biblioteca, spazi di studio e sale per programmi educativi completeranno la struttura, concepita come piattaforma per scambi artistici e culturali.
«L’architettura deve parlare il linguaggio della luce, del silenzio e dell’anima», ha affermato Omar Al Futtaim, vicepresidente e CEO del gruppo Al-Futtaim, uno dei conglomerati più diversificati della regione, che ha voluto l’architetto giapponese per la sua capacità di dare forma a una spiritualità laica, fatta di equilibrio e misura.
Con questo progetto, Ando consolida il suo rapporto con la città-emirato, dove è già impegnato nella realizzazione delle Armani Beach Residences Palm Jumeirah, sviluppate da Armani/Casa Interior Design Studio in collaborazione con il gruppo Arada e in consegna per il 2026. Un’architettura residenziale di lusso che, come il museo, dialoga con il mare e con la luminosità del Golfo Persico, fondendo minimalismo giapponese e monumentalità mediorientale.
Peraltro, Tadao Ando ha una lunga esperienza nella progettazione di musei e spazi espositivi, in cui la luce naturale, il cemento e il rapporto con il paesaggio diventano materia poetica. Ne è un esempio il Benesse House Museum sull’isola di Naoshima, in Giappone, un museo-albergo che invita il visitatore a vivere l’opera d’arte come esperienza totale. Negli Stati Uniti, il Modern Art Museum of Fort Worth in Texas è una delle sue costruzioni più celebrate: ampie superfici vetrate si affacciano su specchi d’acqua che riflettono la luce.
In Europa, invece, Ando ha firmato la Bourse de Commerce della Pinault Collection a Parigi: in questo caso, l’architetto ha reinterpretato un edificio storico con un gesto semplice e monumentale: un cilindro di cemento inserito all’interno della rotonda neoclassica, che trasforma il luogo in un tempio dedicato all’arte contemporanea.
Il Dubai Museum of Art si inserisce in una rete di nuovi poli culturali che continuano a trasformare il volto della città, come lo spazio multidisciplinare Concrete progettato dallo Studio OMA e il Jameel Arts Centre, museo di arte contemporanea di Dubai firmato Serie Architects.
«La cultura e l’arte sono l’anima di una città e la lente attraverso cui se ne misura il progresso, riflettono la sua visione e la profondità della sua missione umanitaria. Il Dubai Museum of Art sarà un nuovo faro per la città, rafforzandone lo status culturale internazionale», ha dichiarato lo sceicco Al Maktoum.
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