West Village 2015 Chengdu, People's Republic of China
Il Pritzker Prize 2025 è stato assegnato a Liu Jiakun: l’architetto cinese, classe 1956, è stato insignito del premio considerato il più alto onore del settore, per il suo approccio capace di intrecciare utopia e realtà, storia e modernità, collettività e individualismo. Alejandro Aravena, presidente della giuria del Pritzker e vincitore dell’edizione 2016, ha sottolineato come Liu sia riuscito a rinnovare i concetti di architettura, infrastruttura, paesaggio e spazio pubblico, suggerendo altre soluzioni per l’urbanizzazione contemporanea. Un pensiero che trova conferma nei suoi interventi più recenti, come la ristrutturazione del distretto delle grotte di Tianbao (2021), in cui l’architettura si fonde con la natura, e il Museo delle Sculture in Pietra Luyeyuan (2002), ispirato ai tradizionali giardini cinesi.
«L’architettura dovrebbe rivelare qualcosa: astrarre, distillare e rendere visibili le qualità intrinseche delle persone. Ha il potere di plasmare il comportamento umano e creare atmosfere, offrendo serenità e poesia, evocando compassione e senso di comunità», afferma Liu, sintetizzando la sua poetica. Un’idea che si concretizza in progetti capaci di rispondere ai bisogni collettivi senza sacrificare il contesto.
La sua pratica si distingue per una strategia che rifugge dagli stilemi precostituiti, adattandosi invece alle esigenze specifiche di ogni intervento. Progetti come il West Village a Chengdu (2015) e il Dipartimento di Scultura dell’Istituto di Belle Arti del Sichuan a Chongqing (2004) esemplificano la sua ricerca sull’interazione tra densità urbana e spazi pubblici. Il primo, un grande complesso multifunzionale, mescola percorsi ciclabili e pedonali con spazi culturali e commerciali, mentre il secondo sfrutta lo sviluppo verticale per ampliare la superficie disponibile.
La scelta di materiali locali e il recupero di tecniche artigianali sono elementi centrali nella poetica di Liu, che nel 1999 ha fondato lo studio Jiakun Architecture. Il suo impegno si è manifestato in maniera esemplare nella realizzazione dei Rebirth Bricks, mattoni ottenuti dal riuso delle macerie del terremoto di Wenchuan del 2008, trasformate in materiali da costruzione per edifici come il museo Shuijingfang (2013) e la Hu Huishan Memorial (2009). Questa attenzione alla memoria e alla resilienza sociale ha contribuito a consolidare la sua figura come uno degli interpreti più sensibili dell’architettura contemporanea.
«Liu Jiakun eleva attraverso il processo e lo scopo dell’architettura, promuovendo connessioni emotive che uniscono le comunità», ha commentato Tom Pritzker, presidente della Hyatt Foundation, che sponsorizza il premio. «C’è una saggezza nella sua architettura, che guarda filosoficamente oltre la superficie per rivelare che la storia, i materiali e la natura sono in simbiosi».
Istituito nel 1979 dalla Hyatt Foundation, il Pritzker Prize nasce con l’obiettivo di celebrare architetti viventi che abbiano dato un contributo significativo alla disciplina. Il primo vincitore fu Philip Johnson, seguito da figure iconiche come Luis Barragán (1980), Renzo Piano (1998) e Zaha Hadid (2004). Nel corso dei decenni, il premio ha riconosciuto approcci diversificati, dalla monumentalità di Frank Gehry alla sostenibilità di Shigeru Ban, fino all’architettura sociale di Francis Kéré (2022). L’assegnazione del premio a Liu Jiakun si inserisce in un filone che negli ultimi anni ha privilegiato progettisti impegnati in una dimensione etica dell’architettura.
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