Dal 7 settembre al via la prassi alimentare dei vernissage della Mostra di architettura alla Biennale di Venezia. Dal 18 ottobre pratica analoga per Archilab ad Orléans. Stranamente tenui i segnali comunicativi prodotti dalle due parti, ma è già possibile mettere in parallelo alcuni dati. A Venezia il direttore Ricky Burdett propone Città. Architettura e società. La considerazione di partenza, ed anche una delle poche proposte finora, è il dato che vede la popolazione mondiale residente nelle aree urbane passare dal 10% del 1900, all’attuale 50%, allo stimato 75% del 2050. L’attenzione è rivolta alla calibrazione grafica di strumenti in grado di visualizzare l’andamento di fenomeni urbani selezionati con taglio da cronaca nera. Vista la scala scelta per l’analisi sembra latitare l’offerta di adeguati meccanismi progettuali di compensazione. Si produce la sensazione che sia possibile leggere gli attuali fenomeni di esplosione dimensionale delle città attraverso logiche da real estate che guardano alla massimizzazione dei profitti derivanti dall’incremento di densità urbana.
Archilab ad Orléans è dal 1999 un riferimento
Torniamo a Venezia. La costruzione della partecipazione italiana appare frammentata in elementi riuniti assieme da non ben rintracciabili criteri linguistici e qualitativi. La canzone dell’estate è stata l’invito a Vema lanciato da Franco Purini. Il progetto della città nuova tra VErona e MAntova sarà sicuramente l’oggetto mediatico della manifestazione. Restano da verificare qualitativamente gli esiti della modalità progettuale scelta che ha visto il coinvolgimento di 22 studi di progettazione. Le partecipazioni nazionali estere sono numerosissime. Scorrendo le 11 pagine di curatori ed invitati emerge una modalità meno istituzionale e più orientata alla sperimentazione rispetto alla proposta italiana. Un atteggiamento che può accentuare la permeabilità della ricerca architettonica ai linguaggi artistici. Ad esempio il padiglione ungherese offre finalmente una vetrina all’attività di Adam Somlai Fisher ma proprio come nella ricerca di aether architecture ci si chiede che parte abbia l’architettura nella definizione di questo nuovo intrattenimento interattivo.
Archilab, come detto, si affida a due commissari esterni –Mariko Terada e Akira Suzuki- per una selezione, seppure ampia, esclusivamente nipponica. Due le conseguenze di carattere generale, entrambe positive. Si elimina il sospetto di networking pesante su ogni meccanismo espositivo capace di inclusioni-esclusioni. Scompare infine, nell’ambito di una manifestazione legata alla creatività contemporanea, l’aggettivo digitale coniugato con il termine architettura. Più esattamente viene soppressa ogni inevitabile ricaduta formalista che questo aggettivo ha portato con se nel suo percorso europeo. Archilab sceglie dunque di indagare le conseguenze sulla natura della residenza delle sindromi comportamentali urbane come l’Asperger, sceglie con l’ossessività della ripetizione per trenta di assumere un metodo che possiede i sintomi della sindrome. Venezia offre la varietà delle numerose partecipazioni nazionali a carattere non istituzionale.
link correlati
www.labiennale.org/it/architettura
www.archilab.org
www.frac-centre.asso.fr
www.reorient.hu
www.aether.hu
luca ruali
also available architecture / www.alsoavailable.net
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