Un ragionare serrato, fatto di esempi chiari, dislocati con accuratezza all’interno di un percorso coerente, fanno della mostra organizzata dal Caixaforum di Barcellona una tesi dimostrata: Rodin come capostipite della scultura del XX secolo, e la sua opera come fonte di ispirazione anche per quegli artisti che – uno fra tutti Brancusi – negarono esplicitamente il legame con il maestro.
I bronzi e i gessi -esaltati da un’ottima illuminazione e accompagnati da chiari apparati didattici- sono i testimoni di una vita dedicata alla ricerca della forma perfetta, o meglio, di una forma che potesse essere specchio non fallace dei desideri, delle
Tra le sculture selezionate, alcune meno note rivelano una modernità che è già anticamera delle avanguardie. Fra queste una figura umana maschile – che durante il processo di cottura aveva perso gli arti e la testa, rimanendo irrimediabilmente danneggiata – diventa occasione per riflettere sul potere del caso nella creazione artistica: Rodin decise che il risultato dell’errore era proprio l’opera compiuta, poi riprodotta anche in bronzo. Presente sin dagli inizi, l’interesse per il corpo umano
Ma il vero fulcro della mostra è il dialogo aperto che le opere di allievi e semplici ammiratori stabilirono con la produzione di Rodin. Conosciute direttamente, o tramite le grandi esposizioni e le riproduzioni fotografiche, le opere dello scultore ebbero un riverbero profondo e duraturo nel lavoro di molti. Le appassionate creazioni di Camille Claudel, legata al maestro sentimentalmente per un tormentoso periodo, le vigorose tensioni di Bourdelle o le corpulente figure femminili di Mallol dichiarano inequivocabilmente il loro debito con Rodin. In mostra anche molti artisti spagnoli: i catalani Casanovas e Clarà, il basco Chillida e ancora Gonzales e Gargallo. Un’intelligente selezione di opere mette in evidenza le molteplici direzioni percorse da questi artisti a partire dalle suggestioni rodiniane, o, in certi casi, da un vero e proprio studio della sua visione della forma. È il caso dell’L’uomo che cammina di Giacometti, omaggio esplicito all’Età del Bronzo. Un’interpretazione estrema, de-formata della poetica del maestro francese, ridotta all’essenza di sé stessa e all’universalità del suo messaggio esistenziale.
licia buttà
mostra visitata il 30 ottobre 2004
Casa Morra, a Napoli, ospita una nuova personale di H. H. Lim: l’artista di origini malesi, da 50 anni in…
Un nucleo senza precedenti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma approda a Palazzo Valle di Catania: 53…
A Roma ha recentemente aperto Studio Orma, galleria fondata da Edoardo Innaro e Marco Celentani, dedicata agli artisti under 30:…
Negli spazi della Certosa di San Martino, il nuovo allestimento dedicato all’800 napoletano: 12 sale e circa 200 opere, tra…
Fino al 28 marzo, presso la Galleria dello Scudo, una personale dell’artista siciliana presenta le opere realizzate nel biennio sperimentale…
In vista delle Olimpiadi Invernali 2026, Casa Italia, lo spazio di rappresentanza per atleti e delegazioni, aprirà al pubblico con…