Zurigo, immersa tra le montagne, offre un’ambientazione perfetta per questa mostra concentrata su Hamish Fulton, il walking-artist rappresentante della land-art più estrema.
La mostra è all’Hauskonstruktiv, istituto privato dallo stile postindustriale e la pretesa internazionale. Tutto nasce da una commissione per dei wall paintings ai quali gli organizzatori hanno affiancato un’esposizione minore (per estensione) di Richard Long, Robert Mangold e Robert Ryman, un ponte tra il minimal e la land-art dall’alto contenuto concettuale.
Hamish Fulton e Richard Long, inglesi, classe ’40, si fecero promotori negli anni 60-70 di un arte olistica tesa alla fusione armonica di concetto e spirito in una sostanziale unità cosmica.
Per Fulton il tema è un cammino in solitaria dalla durata estenuante e la lunghezza spropositata. Attraverso migliaia di chilometri fatti a piedi, seguendo le arterie fluviali di Europa, Asia e America tra deserti e montagne, Fulton si annienta completamente, esaltando il valore purificatore di questo estremo contatto/impatto con la natura,
Fanno da cornice i minimalisti americani Mangold e Ryman, entrambi presenti con poche opere recenti e penalizzati da un allestimento che segue solo i dettami della suddivisione degli spazi. Le opere concettuali di Mangold, tuttavia, riescono a aprire finestre sul suo operato dall’alto contenuto simbolico. Le sue strutture geometriche
L’istituto espositivo dell’Hauskonstruktiv, pur avendo una bella location, non ha un carattere deciso e le opere in temporanea sono affiancate brutalmente da quelle permanenti. L’accostamento minimal-land art è d’effetto, seppur non originale, ma avrebbe meritato un approfondimento. Sebbene le opere esposte siano squilibrate grande impatto ha il loro approccio naturalistico, sempre attuale, specie in un paese che vive sul proprio paesaggio.
fabio antonio capitanio
mostra vista il 21 marzo 2004
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