Cemento a vista, vetro, acciaio all’esterno, pareti bianche e ampi spazi in cui l’occhio può perdersi all’interno. Questa è la nuova Pinakothek der Moderne di Monaco, sorta al centro del Quartiere dell’arte della città, al fianco della Alte e della Neue Pinakothek. Costata 121 milioni, la costruzione del più grande museo per l’arte moderna e contemporanea della Germania, progettato dal tedesco Stephan Braunfels, si è protratta per dodici anni per arrivare a questo primo nucleo, che sarà ingrandito in futuro con l’annessione di altri corpi.
Rispetto ad altri musei di recente costruzione, come la Guggenheim di Franz O. Gery a Bilbao, la Pinakothek der Moderne ha un aspetto più discreto, che meglio si integra nel tessuto urbano, ma non per questo privo di personalità.
Fulcro dell’edificio è la grande rotonda di ingresso, alta 25 metri, da cui si snodano tutti i percorsi di visita e su cui questi si affacciano in maniera scenografica, consentendo al visitatore di non perdere mai l’orientamento.
Varie le collezioni conservate all’interno del museo. Al piano terreno si trovano l’Architekturmuseum, con la più grande collezione di architettura di tutta la Germania (ben 350mila disegni di 700 architetti, 100mila fotografie e 500 modelli), visibile anche dall’esterno attraverso le grandi finestre, l’auditorium, il caffè-ristorante progettato come un vero e proprio giardino d’inverno, uno dei due spazi riservati alle esposizioni temporanee (l’altro si trova al primo piano) e la galleria della grafica, con opere dal XV al XX secolo (tra cui alcuni splendidi Tiziano, Rubens, Rembrandt e Picasso).
Nel sottosuolo, su una superficie di oltre 3.000 mq è esposta la collezione di design (Neue Sammlung), che riunisce oggetti e manifatture dalla sedia Thonet al computer,
Un’ampia scalinata che taglia la diagonale del vano di ingresso collega ai piani superiori, riservati a pittura, scultura e fotografia del XX secolo. Il percorso espositivo è suddiviso cronologicamente per stanze tematiche per il periodo tra il 1900 e il 1950 (incredibilmente ricche quelle riservate all’espressionismo tedesco, a Max Beckmann e all’arte tedesca in genere), e per stanze monografiche per il periodo successivo al 1950 (suggestive quelle di Lucio Fontana, di Dan Flavin, in cui è stato ricostruito il Monument for V. Tatlin, del 1964, e di Georg Baselitz).
Bella l’illuminazione, naturale al piano superiore, omogenea ed uniforme. Uno dei pochi difetti di questo ben riuscito museo sono le didascalie delle opere, esclusivamente in tedesco. Come accade sempre in Germania.
isabella galli
museo visitato il 7 dicembre 2002
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bello questo museo...sopratutto la collezione di architettura...yum-yum! certo che la rotonda vetrata all'ingresso è diventata una costante per gli atri museali (vedi Rovereto ma anche Londra...) Questo bell'articolo mette proprio voglia di andare a Monaco....beh, magari quando è un po' più caldo, eh!